I corrieri a pedali, più di 30 in tutta Italia, stanno trasformando la logistica urbana
14/10/2014
Veronica Ulivieri
Una rivoluzione lenta e silenziosa, a colpi di pedale, ma che in pochi anni ha cambiato la logistica all’interno dei maggiori centri urbani italiani. Accanto a corrieri e pony express, infatti, sono arrivati i bike messenger. Da Milano, Roma e Torino, in sei anni si sono via via diffusi anche in città di dimensioni più piccole: da Forlì a Sassari, da Pisa a Catania, fino a Carpi.
Il fenomeno, a dire la verità, negli Stati Uniti esiste da quando è stata inventata la bicicletta, nella seconda metà del 1800. E corrieri a pedali erano già impiegati alla fine del XIX secolo anche dalla borsa parigina. Poi in Europa la crisi della due ruote ha portato a una temporanea scomparsa di questa figura, riapparsa a Londra negli anni ’80.
Nel nostro Paese, dove oggi si contano più di 30 servizi di consegna, la prima pedalata è arrivata nel 2008. Nel capoluogo lombardo Urban Bike Messenger Milano è nato grazie all’intuizione di tre amici. Nel 2009 a Roma è iniziata l’avventura di E Adesso Pedala, partito con l’arrivo di una società ungherese, attiva a Budapest nelle consegne in bici fin dal 1993. Il successo è stato immediato: la bici non inquina, non rimane bloccata nel traffico, non ha problemi di parcheggio, non ha bisogno di permessi per entrare nei centri storici e in zone a traffico limitato. “Sono molte le società che ci scelgono perché vogliono seguire un’etica green”, spiega Lorenzo Baldarelli di E Adesso Pedala. I corrieri di UBM, per esempio, in sei anni di attività hanno permesso di risparmiare l’emissione in atmosfera di oltre 30 tonnellate di CO2.
Sulle due ruote si trasporta di tutto: posta, fiori e regali, piccoli oggetti e in alcuni casi anche grandi pacchi e cassette di ortaggi. “E adesso pedala è prima in Europa per numero di bici cargo”, continua Baldarelli. “L’accordo con Zolle, un’azienda romana che consegna a domicilio frutta e verdura fresca a chilometro zero, ci ha aperto un mercato interessante”.
E sono attivi servizi di consegna rapida da una città all’altra, integrando le staffette tra corrieri diversi con i treni ad alta velocità. Se il settore cresce, insieme a fatturato e occupati, rimangono ancora alcuni nodi da sciogliere. La scarsità di piste ciclabili in molte città, le buche in strada, l’assenza di misure per controllare il traffico rendono il lavoro più rischioso. A cui si aggiunge la concorrenza illegale di chi fa consegne in scooter in nero: “Per fortuna – conclude Bardarelli – i controlli sono in aumento e le cose stanno lentamente cambiando”.