L’esperto, Marco Santarelli, mette in guardia contro le trivelle facili che possono dare al Paese un futuro in nero e le associazioni si mobilitano annunciando battaglia a partire dal 15 ottobre
14/10/2014
Un “Medioevo energetico” si sta per abbattere sull’Italia a causa del decreto Sbocca Italia che apre il territorio alle ”trivelle facili”, togliendo agli enti locali il potere di veto sulla ricerca di petrolio. A lanciare l’allarme è Marco Santarelli, esperto in Analisi delle reti, associato di ricerca per enti internazionali, direttore Ricerca&Sviluppo di Network e a lungo collaboratore di Margherita Hack, che ricorda come in tutta Europa il futuro energetico non sia nero, ma verde e affidato alle rinnovabili. “L’Italia con il nuovo decreto – osserva Santarelli va in controtendenza rispetto all’Europa –. Entro il 2020 si vogliono realizzare ancora pozzi di petrolio. Il Paese invece deve puntare sull’ottimizzazione e il miglioramento delle reti esistenti, sulla migliore distribuzione energetica e centrare l’obiettivo Ue della produzione di energia da fonti rinnovabili”.
L’esperto ricorda come la produzione energetica da fonti rinnovabili sia cresciuta del 17% creando nuovi posti di lavoro e non mettendo a rischio l’ambiente. ”Invece – osserva Santarelli – con una strategia di retroguardia, continuiamo ad investire oltre 12 miliardi l’anno in giacimenti di idrocarburi, investimenti in nero invece che in verde” Le regioni che potrebbero essere interessate dalle ricerche petrolifere sono, oltre a Basilicata e Sicilia, le più “promettenti” da questo punto di vista, anche Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria. Secondo le rilevazioni, infatti, c’è in Italia una dorsale del petrolio e del gas che parte da Novara e poi si distende lungo l’Appennino fino in fondo alla Calabria e prosegue in Sicilia. Ma dalle ricerche petrolifere non verrà risparmiato neanche il mare, nel Mare Adriatico c’è infatti una dorsale parallela offshore.
Sul piede di guerra sul tema petrolio anche le principali associazioni ambientaliste. Greenpeace, Legambiente e WWF organizzeranno il 15 ottobre prossimo una conferenza a Roma presso la sala stampa della Camera dei Deputati, alla quale parteciperà anche il Movimento no trivelle. Iniziative sul tema saranno rilanciate tra il 17 e il 30 ottobre anche nei territori a rischio trivelle. In programma sit-in in tutta Italia a partire dall’appuntamento romano del 15 e 16 ottobre, a Piazza Montecitorio.