Tra palazzi e strade trafficate Roma nasconde oasi di biodiversità. Intervista ad Alessandro Fiorillo socio Lipu, attivista WWF e fotografo naturalista per passione
18/02/2015
Letizia Palmisano
Cemento, rumore, smog. Se queste vi sembrano le parole più adatte da utilizzare per le nostre città, sappiate che esistono delle eccezioni. Delle vere e proprie oasi a volte inaspettate per chi si è assuefatto a palazzi e strade. Chi sa osservare può scoprire dei microcosmi di biodiversità che fanno restare a bocca aperta e fanno riconciliare l’animo col Pianeta. A Roma è diventato virale un video di una volpe rossa immortalata nell’area verde dell’Ex Snia, a due chilometri da Termini, in una zona densamente abitata. Econews ha intervistato Alessandro Fiorillo, socio Lipu e attivista del WWF Pigneto Prenestino che da anni osserva la natura, condividendo in rete immagini e video dell’avifauna che è intorno a noi, anche se a volte non la notiamo.
Le Sue foto ed i tuoi video hanno documentato una biodiversità in alcuni parchi ed aree verdi nel cuore di Roma che pochi cittadini immaginano. Con il WWF state portando avanti un censimento dell’avifauna locale. Come è nata questa attività?
I parchi e le aree verdi cittadine sono dei veri e propri scrigni di biodiversità che, nonostante la pressione antropica ed innumerevoli criticità, offrono al pubblico la possibilità di osservare numerose specie di fauna e avifauna. Se poi alla passione per natura e passeggiate, uniamo anche quella per la fotografia, allora possiamo scoprire un hobby in grado di dare grandi soddisfazioni: la fotografia naturalistica. Tra le specie di avifauna che ho avuto la possibilità di fotografare o filmare negli ultimi tempi, ci sono il rarissimo Mignattaio che ha fatto la sua apparizione la prima settimana di aprile dello scorso anno nell’area umida del Parco della Caffarella, due esemplari di Airone bianco maggiore che frequentano spesso Villa De Sanctis e una Volpe che abbiamo avuto la fortuna di avvistare e filmare il 1 febbraio scorso al Lago ex Snia, nell’ambito dell’attività di monitoraggio e rilevamento della fauna e avifauna portata avanti dal WWF Pigneto Prenestino.
Nell’autunno del 2014 abbiamo infatti pianificato la registrazione sistematica dei dati relativi alle specie avvistate nelle aree verdi del nostro V Municipio al fine di proteggere la biodiversità e gli habitat presenti nel nostro territorio.
E’ possibile reperire in rete o avere l’elenco delle specie avvistate fino ad ora?
Proprio in questi giorni abbiamo realizzato un fascicolo fotografico delle principali specie di fauna e avifauna che abbiamo avvistato nell’area del Lago ex Snia e del Parco delle Energie che si può visualizzare sul Blog del WWF Pigneto Prenestino dove si trovano anche i diversi resoconti della nostra attività di monitoraggio oltre a vari filmati di alcune specie avvistate.
Il video che riprende una volpe rossa al Lago Ex Snia ha fatto il giro del web. Secondo Lei perché?
Una volpe avvistata in città fa notizia perché non siamo più abituati a vedere questi animali in un contesto urbano o forse perché siamo troppo distratti per accorgerci della loro presenza. In realtà le volpi a Roma non sono affatto rare: io stesso ne ho avvistate al Parco della Caffarella e la loro presenza è segnalata anche al Parco di Centocelle e in diverse aree verdi della città, sia in zone semicentrali che periferiche. Gabriele D’Annunzio nel suo romanzo Il piacere cita la nobiltà romana che, sul finire dell’800, si riuniva al pratone di Centocelle in prossimità di quello che diventerà il primo aeroporto d’Italia, per la caccia alla volpe (specie purtroppo cacciabile ancora oggi). Quello che a noi ha un po’ sorpreso è stata la presenza della volpe in un’area che, per quanto molto interessante sotto il profilo naturalistico, resta comunque abbastanza circoscritta e circondata da un contesto urbano tra i più cementificati e trafficati. È probabile che sia arrivata lì seguendo i binari della ferrovia che passa proprio accanto al lago e al parco, altrimenti dovrebbe aver attraversato strade cittadine molto trafficate, mettendo a serio repentaglio la propria sopravvivenza. Purtroppo uno dei grandi problemi per la biodiversità negli ambienti urbani (e non solo) è rappresentato dalla frammentazione degli habitat, ossia da aree verdi sempre più piccole e circoscritte e senza corridoi ecologici in grado di metterle in connessione tra loro. Man mano che avanza il cemento la situazione si fa sempre più critica e molte specie rischiano di scomparire del tutto.
Ci sono altre specie “insolite” nei parchi che avete avvistato?
Più che insolite direi specie senz’altro molto interessanti e belle da osservare. C’è la già citata coppia di Aironi bianchi maggiori che frequenta l’area di Villa De Sanctis probabilmente per predare topi o altri piccoli mammiferi che si trovano sul prato. L’area del Lago ex Snia e l’area umida del Parco della Caffarella sono frequentate dal Martin pescatore, bellissimo e coloratissimo, che però appartiene ad una specie a rischio a causa della progressiva scomparsa del proprio habitat e delle sponde sabbiose che usa per nidificare e riprodursi. Negli stessi parchi vive la Poiana, un rapace non raro ma dall’aspetto fiero e maestoso, Aggiungerei inoltre i magnifici Gruccioni, che sul finire di aprile vengono a rioccupare i nidi della Caffarella (ma anche di altre aree verdi in prossimità o all’interno della città) per riprodursi. Potrei continuare a lungo, citando ad esempio il Falco pecchiaiolo e il Falco di palude che ho avvistato in più occasioni sempre alla Caffarella. Falchi pellegrini e Gheppi sono poi abbastanza comuni, basta imparare a riconoscerli e volgere di tanto in tanto lo sguardo al cielo, anche in pieno contesto urbano (i Gheppi soprattutto sono piuttosto comuni, se ne stima una presenza di circa 300 coppie all’interno del GRA).
La Caffarella è un vero e proprio scrigno di biodiversità all’interno della città, è un luogo dove si possono osservare decine di specie, dall’Airone cinerino, alla Nitticora, la Garzetta, il Tarabuso e il Tarabusino, la Sgarza Ciuffetto, l’Airone guardabuoi e l’Airone bianco maggiore, diversi anatidi, tantissimi passeriformi, fagiani (presenti in gran numero anche al Lago ex Snia, Villa de Sanctis e Parco di Centocelle) e picchi (Picchio verde, Picchio rosso maggiore e Picchio rosso minore), oltre a numerose colonie di pappagalli (Parrocchetti monaci, Parrocchetti dal collare e anche alcuni esemplari di Parrocchetto di Alessandro), specie alloctone ormai naturalizzate da diversi anni, anche grazie ai cambiamenti climatici e all’innalzamento delle temperature.
Negli ultimi anni tante sono stati i progetti, sulla carta, che riguardano il Lago Ex Snia. Una gran parte dell’area è divenuta pubblica e sono in corso i lavori per realizzare un parco a ridosso del Lago. Un sogno e una soddisfazione per molti dei cittadini tra Pigneto, Prenestino e Casal Bertone. Pensando agli abitanti del lago e dell’area verde, l’avifauna, ciò non potrebbe mettere in fuga le specie che lì vi hanno trovato riparo?
Per certi versi il rischio c’è, ma l’importante è riuscire a conciliare le esigenze e le giuste aspirazioni dei cittadini che vogliono “vivere” quell’area con quelle degli abitanti che ora, quasi indisturbati, popolano la stessa. Il Forum Territoriale Permanente del Parco delle Energie ha presentato un progetto intelligente che tiene conto degli equilibri delicati e dell’assoluto pregio di un’area che rappresenta, in prossimità del centro storico di Roma, una vera e propria oasi naturalistica da proteggere e preservare. È prevista la realizzazione di due capanni per il birdwatching, attività sempre più seguita anche in Italia e utile a colmare, soprattutto nelle giovani e giovanissime generazioni, quel deficit di natura che colpisce in maniera particolare i bambini e i ragazzi (ma anche gli adulti) che vivono in contesti fortemente urbanizzati. La presenza del WWF Pigneto Prenestino, che al Forum aderisce, si pone come sentinella sul territorio pronta a rilevare e denunciare eventuali attività che si ponessero in contrasto rispetto alla vocazione spiccatamente naturalistica dell’area. Tra l’altro il WWF Pigneto Prenestino sostiene con forza la richiesta del Forum di demanializzazione del lago e la sua istituzione a “Monumento Naturale”.
Può esistere un buon punto di equilibrio?
Non solo penso che possa esistere, ma sono convinto che l’attività e l’impegno del WWF Pigneto Prenestino serva anche a garantire che non si arriverà mai alla rottura di un tale equilibrio.
Alessandro, ci può raccontare come è diventato “osservatore della natura in città”?
Sono un vigile del fuoco, ho 41 anni, una laurea in lettere, ma soprattutto una grande passione per la natura che cerco di proteggere come cittadino, socio Lipu e attivista del WWF Pigneto Prenestino.
Come sono diventato un osservatore della natura in città? Innanzitutto una breve premessa. L’amore per la natura è nato praticamente insieme a me: già da piccolissimo frequentavo territori che, in qualche maniera, hanno lasciato il segno, ossia le montagne e i boschi dell’Abruzzo dove trascorrevo le vacanze estive e qualche week end durante l’anno. Quei luoghi così pregni di bellezza, abitati da orsi, lupi e aquile erano scenari incantati e fiabeschi che potevo vivere in prima persona. Crescendo ho iniziato a dedicarmi al trekking e al birdwatching sulle montagne abruzzesi o laziali, lungo le coste e nei sentieri della campagna viterbese. Non pensavo fosse possibile dedicarmi all’osservazione degli uccelli anche all’interno della mia città sino a quando, nel corso di una passeggiata alla Caffarella, ho iniziato ad ammirare il volo di rapaci, aironi, passeriformi di ogni tipo e persino Martin pescatori e Gruccioni.