Elaborato da Fondazione Impresa, l’indice scatta un’istantanea della green economy in Italia, tra innovazione, energia, agricoltura. Ecco le regioni più virtuose.
19/02/2015
- Rudi Bressa
Una classifica frutto dell’incrocio di 21 indicatori diversi, che messi in correlazione tra loro danno lo stato dell’arte della green economy nel nostro Paese. Questo quanto rivela lo studio “Indice di Green Economy 2014”, realizzato da Fondazione Impresa.
L’Italia messa al setaccio e analizzata nei principali settori che interessano l’economia sostenibile: ecco allora presi in considerazioni i settori legati all’energia, alle imprese, all’agricoltura, al turismo, alla mobilità e alla gestione dei rifiuti.
Quali i risultati? Il Rapporto conferma “in via generale la fotografia di un’Italia ‘a macchia di leopardo’, dove i classici squilibri Nord-Sud vengono limati e dove l’economia verde è patrimonio di tutti”. In effetti nelle prime 10 posizioni si ritrova tutto lo Stivale.
Primo in assoluto il Trentino Alto Adige, che praticamente doppia le altre Regioni, subito sotto. Primato dato dalle ottime politiche legate alla riqualificazione energetica e alle numerose imprese certificate. In testa anche per riduzione di emissioni e produzione di energia rinnovabile, dovute in gran parte all’abbondanza di risorse idriche.
Seconde le Marche, grazie al record per potenza fotovoltaica installata (654,8 kW ogni mille abitanti, dati Gse) e per il maggior numero di punti vendita di prodotti biologici. Terza la Valle d’Aosta grazie al suo 100 per cento di rinnovabili, alla metà di emissioni prodotte rispetto alla media italiana e alla qualità delle imprese sparse sul territorio.
Sorpresa, ma forse neanche tanto, per le posizioni successive coperte da Abruzzo (quarto), Basilicata (sesta) e Calabria (nona), rispettivamente per la media di tutti gli indicatori, per la mobilità e per la sua leadership nella produzione biologica. Pare quasi incredibile che le Regione con la più alta produzione di alimenti agricoli di qualità, sia la più povera d’Italia, secondo l’indagine Istat.
Chiudono la classifica il Lazio e la Sicilia. Il primo perché su 15 indicatori tra i 21 presi in considerazione risulta sempre nelle ultime posizioni, mentre per l’isola dell’Etna, manca una seria politica sulle rinnovabili e sulla raccolta e gestione dei rifiuti.
Come confermato anche da Fondazione Impresa: “Le regioni del Mezzogiorno, quindi, non ottengono, come spesso accede nelle ‘classiche’ classifiche socio-economiche, unicamente piazzamenti negativi. Tant’è che tra le 6 regioni meno green d’Italia si individua un grande fetta del Nord Ovest (Lombardia e Liguria), il Lazio e tre regioni del Sud (Puglia, Campania e Sicilia)”. Scommettere sull’economia sostenibile significa scommettere su un Paese in salute, in grado di creare un futuro migliore per i propri cittadini, al di là di tutti i proclami.