A dirlo è uno studio dell’OMS. Bruxelles annuncia un nuovo pacchetto di misure entro l’anno, ma si continua a negoziare
07/05/2015
Veronica Ulivieri
Gli europei respirano aria più pulita rispetto a qualche decennio fa, ma l’inquinamento atmosferico è ancora la prima causa ambientale delle morti premature nel vecchio continente e costa ai cittadini un decimo del PIL secondo un recente studio dell’Organizzazione mondiale della sanità.
La nuova Commissione di Jean Claude Juncker ha tentato, a pochi mesi dall’insediamento, di nascondere il tema sotto il tappeto: il nuovo pacchetto di misure messo a punto dal predecessore dell’attuale commissario all’Ambiente e alla pesca Karmenu Vella a dicembre scorso era stato ritirato. Poi, più niente.
Ma il problema fatto uscire dalla porta sta rientrando dalla finestra. All’inizio di marzo, l’Agenzia europea per l’ambiente, nel suo annuale rapporto sullo stato dell’ambiente in Europa, ha messo nero su bianco che, nonostante i tagli alle emissioni in atmosfera, gli ecosistemi e la salute dei cittadini sono ancora in sofferenza. “L’UE proporrà un pacchetto sulla qualità dell’aria modificato al fine di garantire il miglior approccio per l’ottenimento di risultati in questo settore”, si è così affrettata a dichiarare la Commissione, indicando la misura tra quelle previste per quest’anno.
Come ha dimostrato un rapporto dell’OMS diffuso pochi giorni fa, non c’è più tempo da perdere. Lo studio per la prima volta fa calcoli precisi mettendo in relazione i costi delle morti per inquinamento con il PIL. Un indicatore che, in tempi di crisi economica, occupa i titoli dei telegiornali e le agende delle cancellerie europee più dell’aria poco respirabile. Ebbene, ci dice l’OMS, le due cose in realtà sono strettamente legate: nei 53 Paesi che fanno parte della regione europea (incluse anche Russia, estremo Nord e Repubbliche ex sovietiche) “il costo economico delle 600.000 morti premature e delle malattie causate dall’inquinamento atmosferico nella regione europea nel 2010 è pari alla cifra sconvolgente di 1,6 trilioni di dollari“, somma che “è quasi equivalente a un decimo del Prodotto interno lordo dell’Unione europea nel 2013”.
Secondo il report, “più del 90% dei cittadini nella regione sono esposti a livelli annuali di polveri sottili che sono sopra le linee guida dell’OMS. Questa situazione è all’origine di 482.00 morti premature nel 2012 per problemi cardiaci e respiratori, cattive condizioni dei vasi sanguigni e ictus, tumori ai polmoni. Nello stesso anno, l’inquinamento atmosferico indoor ha causato altre 117.200 morti premature”. I più colpiti sono stati i Paesi con livelli di reddito più bassi, dove i decessi sono stati cinque volte maggiori che nelle aree più ricche.
Di recente Vella, parlando al Parlamento europeo, ha garantito che il nuovo pacchetto di misure per la qualità dell’aria manterrà “un forte livello di ambizione per ridurre i seri impatti sanitari” dell’inquinamento atmosferico. Intanto però si negozia per trovare un accordo tra i falchi e le colombe dei tagli alle emissioni.