Inaugurato il Museo della Merda che in un mix di arte ed eco-sostenibilità mostra come trasformare le sostanze naturali e ristabilire un più corretto rapporto uomo natura.
08/05/2015
Simona Mingolla
Seppur siamo noti per la nostra creatività, questa volta non siamo i primi al mondo! Ci riferiamo al “Museo della Merda”, già presente in altri Paesi come il Giappone, inaugurato lunedì scorso a Gragnano Trebbiense, nel Piacentino. Sembrerebbe una bufala e, per non dare adito a tale sensazione, i fondatori hanno pensato bene di presentare il progetto in partnership con un’istituzione indubbiamente “seria”: il Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano.
Il Museo della Merda unisce biomeccanica, arte ambientale, il paesaggio agricolo, il sistema di digestori che trasformano lo sterco in energia: è teatro di una serie di installazioni in continua evoluzione, dedicate alla trasformazione, all’abilità di trasmutare le sostanze naturali e ristabilire un più corretto rapporto uomo-natura. Una raccolta di esperienze estetiche e scientifiche che della merda hanno fatto, e fanno, materia utile e viva, “temi che un tempo furono oggetto dell’alchimia e che adesso sono al centro di un progetto che scardina norme culturali e preconcetti” come scrive Massimo Torrigiani, coordinatore del comitato Scientifico del Pac Milano. Vi si trovano, ad esempio, lo scarabeo stercorario (che gli egizi consideravano divino e usato come simbolo del museo), lo sterco di un dinosauro, la spiegazione di come le antiche civiltà italiche ed africane costruivano strutture e ricoveri con questo materiale, opere storico-letterarie come la Naturalis Historia di Plinio, le ricerche scientifiche più recenti sul produttivo uso degli escrementi nonchè la produzione artistica abbinata alla pratica del riciclo. In altri termini, i visitatori possono ammirare ed apprendere come lo “scarto biologico” per antonomasia possa essere protagonista di eccellenza nell’arte e nell’ eco-sostenibilità: un progetto curatoriale “aperto” dalla preistoria al futuro.
L’idea parte dall’imprenditore Gianantonio Locatelli, coadiuvato poi dai curatori del museo (Gaspare Luigi Marcone, Massimo Valsecchi e Luca Cipelletti), la cui azienda agricola ospita 2.500 bovini di razza selezionata, che producono quotidianamente circa 300 quintali di latte per il Grana Padano e 1.000 di sterco. Una quantità tale dalla cui gestione Locatelli ha elaborato un progetto ecologico e industriale avveniristico che ricava metano, concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni con sistemi di nuova concezione che, oltre a ridurre l’inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, seguono un principio che ridisegna il ciclo della natura in un circolo virtuoso, “dando alla merda il valore che ha e restituendo ad agricoltura e allevamento l’importanza di sempre”.
Il Museo si trova nella Frazione Campremoldo Sopra, località Castelbosco, Gragnano Trebbiense (PC) e sarà aperto il sabato e la domenica da maggio ad agosto 2015
su appuntamento chiamando il numero tel. +39. 0523787357. Per ulteriori informazioni: www.museodellamerda.org.