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Porto Torres: al “varo” la bioraffineria dove la chimica è VERDE!***

Il Ministro Galletti: “Concilia l’ambiente e lo sviluppo”

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha inaugurato oggi a Porto Torres il primo impianto di chimica verde di Matrìca, joint venture 50:50 tra Versalis (Eni) e Novamont (realtà novarese leader mondiale della chimica verde).

Il progetto, nato nel 2011 con l’obiettivo di riconvertire il petrolchimico di Porto Torres in uno dei più innovativi complessi integrati di trasformazione di oli vegetali in monomeri e intermedi (che costituiscono i prodotti base per successive produzioni di bio-prodotti) dovrebbe andare a pieno regime fra un paio d’anni dando lavoro ad almeno 700 persone. I tre impianti, realizzati con un investimento di circa 180 milioni di euro, produrranno bio-prodotti per una capacità complessiva di circa 70 mila tonnellate all’anno.  

Un progetto ambizioso e rivoluzionario che si integra con il territorio, poiché la materia prima è tutta “locale”, ossia il cardo selvaticoche verrà coltivato in Sardegna. “Oggi inauguriamo… un’eccellenza italiana che ci pone all’avanguardia in Europa nel settore della biochimica.

L’Ambiente può davvero trainare la ripresa del Paese e l’unico sviluppo possibile è quello che passa attraverso la declinazione in ogni settore produttivo della green economy”, ha dichiarato il Ministro Galletti.

Oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, per Matrìca, sono intervenuti il presidente Daniele Ferrari e l’amministratore delegato Catia Bastioli. “Abbiamo dato concretezza in tempi record a un progetto all’avanguardia, condotto con un forte impegno nella ricerca e nella progettazione di impianti industriali che rappresentano un’eccellenza nel panorama dell’industria chimica mondiale… Il nostro modello di business punta a valorizzare le competenze tecnologiche ed ingegneristiche interne e le sinergie di prodotti con la chimica tradizionale, in network con partner internazionali di eccellenza, in modo che la chimica da rinnovabili possa sviluppare al meglio il suo potenziale di innovazione, contribuendo a rinnovare e far crescere un’industria strategica per il nostro Paese”, ha detto Ferrari.

Questo impianto, aggiunge Catia Bastioli: “… si avvale di una tecnologia proprietaria radicalmente diversa da quelle esistenti: non utilizza ozono nella reazione di scissione ossidativa dell’olio vegetale e permette di produrre intermedi noti come acido azelaico, acido pelargonico, nonché nuovi prodotti proprietari, attraverso un processo sicuro e a basso impatto ambientale.

Questo risultato rappresenta un passaggio chiave di un cammino iniziato più di 20 anni fa da un testardo gruppo di ricercatori che partendo dalla filiera delle bioplastiche sta portando alla realizzazione qui in Sardegna della prima bioraffineria integrata di terza generazione nonché alla trasformazione di altri siti in Italia”.

Simona Mingolla

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