Ecco la legge regionale per favorire la filiera corta
- Letizia Palmisano
Trasparenza sui prezzi, tracciabilità e sostenibilità dei prodotti agricoli ed esclusione di quelli contenenti OGM: questi i principi della proposta di legge 151/2014 (‘Disposizioni per valorizzare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli e alimentari di qualità provenienti da filiera corta’) approvata nei giorni scorsi, con voto unanime, dal Consiglio regionale del Lazio.
L’obiettivo della nuova normativa è salvaguardare la salute e il benessere dei cittadini del Lazio assicurando la sostenibilità ambientale delle produzioni agricole. Per raggiungere lo scopo prefissato il legislatore regionale ha puntato sulla promozione dei prodotti agricoli da filiera cortafornendone una chiara definizione. Sono tali i prodotti destinati all’alimentazione umana “per il cui trasporto dal luogo di produzione al luogo previsto per il consumo si producono meno di 25 chilogrammi di anidride carbonica equivalente per tonnellata”. Ma non basta, per fregiarsi di tale titolo i prodotti devono avere una o più delle seguenti caratteristiche: essere tradizionali(ad oggi la regione Lazio ne può vantare 444), stagionali, di comprovata sostenibilità ambientale (metodo life cycle assessment o equivalente), con una denominazione di qualità o indicazione di origine, specialità tradizionali garantite (Spt), biologici, prodotti con nome ed emblema di un’area naturale protetta, ottenuti da risorse genetiche autoctone, quelli a marchio collettivo previsto dall’articolo 11 del Codice della proprietà industriale (d.lgs. 30/2005). Sono considerati altresì “a filiera corta” i prodotti itticipescati in acque interne, in aree di pesca locali o nei settori corrispondenti agli sbarchi e venduti dai pescatori nei porti di residenza e i prodotti ottenuti dalla lavorazione delle carni di selvatici catturati (es. i cinghiali).
La commercializzazione dei prodotti a filiera corta è promossa anche mediante la destinazione del 40% dei posteggi presenti all’interno dei nuovi mercati comunali ai “mercati dei contadini” ove ne avverrà la vendita diretta e consentendo alle aziende di ristorazione e trasformazione che fanno uso di tali prodotti per almeno la metà della propria filiera, di ottenere l’assegnazione di logo apposito. E’ infine previsto che l’inserimento dei prodotti a filiera corta, in misura superiore al 50%, costituirà titolo preferenziale negli appalti di servizi e nelle forniture destinate alle strutture di ristorazione collettiva della Regione e degli enti dipendenti.
La normativa si pone inoltre l’obiettivo di ridurre l’uso di agrofarmaci e dell’acqua per irrigazione e di incentivare, invece, l’utilizzo packaging riciclabile o compostabile.
Vengono creati poi i Centri di trasformazione di comunità (CTC), associazioni temporanee di scopo che metteranno a disposizione degli operatori del territorio le tecnologie necessarie alle trasformazioni olivicole, vitivinicole, cerealicole, zootecniche, lattiero casearie e ortofrutticole.
Vengono infine battezzate le giornate di “contadino per un giorno” in cui i cittadini potranno partecipare ad alcune fasi della raccolta.
La normativa godrà di uno stanziamento di 100 mila euro e di 250 mila euro per ciascuna annualità 2017 e 2018 nonché degli eventuali fondi comunitari della programmazione 2014-2020. Altri 50 mila per ciascuna annualità sono stati aggiunti a sostegno dei Gasp (Gruppi di acquisto solidale e popolare).
“Ringrazio il Consiglio per l’approvazione unanime di una legge – ha detto Nicola ZingarettiPresidente della Regione Lazio – che colma un vulnus nel quadro normativo regionale, dando il giusto inquadramento alla grande espansione della vendita diretta dei prodotti aziendali di qualità”.
“L’approvazione della proposta di legge sulla filiera corta è un passo davvero importante per l’agricoltura della nostra regione – commenta Roberto Scacchipresidente di Legambiente Lazio – e da oggi ci sarà più sostegno per tutti quei piccoli prodotti, custodi delle tradizioni territoriali e delle peculiarità agroalimentari del Lazio. Ora va concretizzato questo nuovo strumento legislativo costruendo un modello di agricoltura sostenibile e di qualità, e che sia volano per la green economy, per salvaguardare la biodiversità soprattutto nelle aree protette, nel rafforzare le vocazioni agricole territoriali, nel ridurre emissioni inquinanti da trasporto o da concimi chimici. Il bel risultato arriva a due anni dalla presentazione della proposta di legge, fortemente sostenuto dalla nostra associazione, ma reso possibile soprattutto grazie al gran lavoro della Consigliera Cristiana Avenali, prima firmataria, con la quale ci congratuliamo per l’ottimo risultato ottenuto”.