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Latte vegetale, buono, gustoso ma con l’IVA ancora al 22%***

Sempre più gli estimatori dei latti vegetali che ne chiedono a gran voce l’inserimento tra i generi di prima necessità
  • Letizia Palmisano

Negli ultimi anni i latti vegetali sono diventati un alimento comune sulle tavole di molti italiani. Cresce infatti la voglia di gustare una bevanda a base di riso, soia o farro (per indicare solo alcuni dei più famosi) soprattutto da parte di chi opta per una dieta vegan o per chi soffre di intolleranze al latte di origine animale.

Tuttavia se, ad oggi, il latte animale rientra tra i beni di prima necessità e sopporta quindi un’IVA al 4%, al latte di origine vegetale si applica invece l’ordinaria IVA al 22%, “come per i beni di lusso” sottolinea l’ambientalista vegan Lorenzo Lombardi, promotore di una petizione per l’equiparazione delle due imposte sul valore aggiunto che il 4 febbraio ha compiuto un anno e ha quasi raggiunto i 50 mila firmatari.

“L’IVA al 4% sui generi di prima necessità deriva da una normativa di moltissimi anni fa che chiaramente richiede adeguamenti col cambio dei tempi” sottolinea Lombardi raggiunto da Econews. Basti pensare che “oggi ci sono in Italia 600.000 vegani e, se a questo numero aggiungiamo tutti coloro che sono intolleranti al latte o chi decide di non berlo per scelte salutistiche, si può comprendere che le persone interessate da questa “discriminazione fiscale” sono milioni.

La petizione promossa da Lombardi ha fatto molto parlare di sé nell’ultimo anno, facendo emergere quindi come per molte famiglie i latti vegetali siano divenute bevande abituali e quanto, soprattutto in un periodo di crisi, sia difficile per molti sopportare questa disparità di trattamento da parte dell’erario.

Nel frattempo c’è chi si ingegna con gustosi latti fai-da-tepartendo dalle materie prime – magari anche con l’ausilio di alcuni elettrodomestici studiati ad hoc – e chi sperimenta ricette 100% vegan, a partire dai latti vegetali.

E voi avete una ricetta da suggerci?

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