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OperaWineExpo aspettando l’evento di Milano***

Intervista a Ettore Riello e Giovanni Mantovani, presidente e direttore generale di Veronafiere
  • Elena Bianco

“Nutrire il pianeta” è un tema che coinvolge anche il vino come alimento fondamentale della civiltà mediterranea. Diventa dunque naturale il coinvolgimento in Expo 2015 della manifestazione che da anni è portabandiera dell’enologia italiana nel mondo: Vinitaly. Le 148.000 presenze dell’edizione 2013 e l’interesse di 120 paesi sono numeri che parlano da soli e che inducono a domandarsi quale sia lo scenario attuale di questo comparto in termini di presenza nel mercato globale e di attenzione alla sostenibilità ambientale. Su questi temi Eco-news ha intervistato Ettore Riell (foto in basso) e Giovanni Mantovani, Presidente e Direttore Generale di Veronafiere, Ente organizzatore di Vinitaly.

OperaWineExpo: in che modo il comparto vitivinicolo rientra nel tema del “nutrire il pianeta”?

L’alimentazione, in tutte le sue declinazioni, è un tema universale che trova nell’Italia la sua patria ideale. Nel nostro Paese, infatti, la varietà dei prodotti e la ricchezza culturale e geografica è strettamente legata alle tradizioni enogastronomiche: il vino, proprio come il cibo, è un elemento fondante della nostra storia. Il coinvolgimento di Vinitaly, manifestazione internazionale di riferimento per il settore vitivinicolo, è stato quindi naturale per dare ampia visibilità, durante un evento che attirerà migliaia di visitatori internazionali, a un settore importante per economia nazionale e ai suoi prodotti riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo.

Com’è concepito il programma delle manifestazioni che porteranno all’Expo? Esisterà un filo conduttore fra il prima e il durante?

Il progetto di intesa prevede la creazione di una piattaforma per diffondere e condividere i comuni contenuti al pubblico internazionale di Vinital e ai 20 milioni di visitatori che si recheranno all’Esposizione Universale di Milano. Veronafiere ed Expo 2015 S.p.A. lavoreranno insieme alla definizione di un articolato piano di promozione, che partirà con l’edizione 2014 di Vinitaly e OperaWine per poi crescere in termini di visibilità con l’avvicinarsi di Expo Milano 2015. Durante i sei mesi dell’Esposizione Universale è previsto il culmine della collaborazione per l’evento itinerante di “OperaWineExpo”. Inizialmente la manifestazione si svolgerà a Verona, dal 14 giugno al 6 settembre, sotto form di mostra permanente presso il Palazzo della Gran Guardia di Verona. Sarà allestita durante la stagione lirica dell’Arena, a sottolineare una volta in più l’indissolubile legame tra il vino e la cultura. Un ricco calendario di esposizioni permanenti e aree tematiche a rotazione, degustazioni, show cooking e programmi di formazione e training sul vino animeranno “OperaWine Expo”, che si annuncia come un evento imperdibile per tutti gli amanti del vino e costituirà, in un momento di altissima affluenza turistica nella città scaligera, un importante volano per l’Esposizione Universale. Il progetto di intesa prevede inoltre che in autunno “OperaWineExpo” si sposti sul capoluogo lombardo, per chiudere il calendario di Expo Milano 2015 con un GrandTasting che vedrà la presenza dei migliori produttori italiani di vino e illustri ospiti internazionali. Un altro importante tassello di qualità per arricchire la presentazione dell’offerta “Made in Italy” al pubblico di visitatori dell’Expo di Milano.

Quali sinergie saranno instaurate fra Milano e Verona?

Milano e Verona saranno partner a tutti gli effetti: una partnership fondata sul riconoscimento reciproco del valore delle proprie attività e delle proprie finalità. Veronafiere, caratterizzata da una fortissima vocazione nel comparto agroalimentare, metterà a disposizione del sistema wine&fod la più ampia e strutturata piattaforma mondiale per il business, la promozione, le relazioni con le Istituzioni nazionali ed estere, i buyer, gli opinion leader e i consumatori consentendo loro i accedere a un evento come l’Esposizione mondiale che rappresenta una grande opportunità per l’intero Paese. Expo 2015 rappresenta per i nostri operatori un’occasione irrinunciabile e per questo vanno create tutte le occasioni possibili per promuoverla e valorizzarla al massimo. Per questo dobbiamo fare sistema e in Expo 2015 abbiamo incontrato interlocutori molto sensibili e proattivi in questo senso, con grandi capacita di visione e gestione e crediamo che questo rappresenti un valore importante per la realizzazione di questo evento che è di interesse nazionale. Tutte le attività verranno inoltre sostenute da un reciproco sforzo di promozione e comunicazione, e dalla creazione di occasioni di visibilità reciproca all’interno di tutti gli appuntamenti che verranno organizzati da qui all’apertura di Expo 2015. 

Qual è il messaggio forte che il vino italiano intende dare sulla ribalta di Expo 2015? Quale la competenza distintiva nei confronti dell’agguerrita concorrenza di nazioni fortemente vocate (francesi) e degli emergenti (America Latina, Australia e oggi anche la Cina)?

La collaborazione tra Verona e Milano verso Expo 2015 è un progetto che valorizzerà agli occhi di tutto il mondo l’intero “Made in Italy”. Il nostro Paese è il primo esportatore mondiale di vino, e il 40% del fatturato della produzione vitivinicola italiana è generato dalle esportazioni, contro una media europea del 18%, ma siamo consapevoli di on poterci adagiare su questo dato. Con Vinitaly 2013 abbiamo rinnovato la sfida per la conquista dei mercati di tutto il mondo in un momento di espansione dei consumi di vino a livello internazionale, obiettivo che continueremo a perseguire con le attività preparatorie e durante Expo 2015 creando una piattaforma promozionale del vino italiano che sappia valorizzare la sua radicata tradizione vitivinicola e le single eccellenze produttive dei territori, mostrando al contempo la sua capacità di innovarsi facendo proprie le migliori tecnologie disponibili sul mercato applicate alla filiera vitivinicola.

Vino come cultura e convivialità: qual è l’importanza di questi due temi all’interno del più ampio significato di “nutrizione”?

Da sempre, per l’uomo nutrirsi non significa solo soddisfare un istinto di sopravvivenza ma vivere un’esperienza di condivisione. Cibo e vino quindi sono, da sempre, espressione massima di alcuni dei messaggi di Expo Milano 2015 come l’universalità, l’inclusività e la convivialità. Un valore unico attribuito a tutto ciò che si mangia e beve che si traduce naturalmente incultura della produzione, un amore e una cura che mirano ad aggiungere valore agli alimenti attraverso cui ci nutriamo ed entriamo in sintonia con gli altri, curando e valorizzando i loro ingredienti principali e le materie prime.

Parlare del Pianeta significa tenere conto dei fattori di sostenibilità ambientale che necessariamente dovranno riguardare i nostri sviluppi futuri, compreso l’agroalimentare. A che punto è il comparto vitivinicolo italiano in quest’ambito?

La sostenibilità ambientale è un tema sempre più sentito dalle imprese in generale, e il comparto vitivinicolo non fa certo eccezione. Le aziende sentono una forte responsabilità nei confronti della terra, che è la loro risorsa più preziosa, e hanno integrato nelle proprie attività comportamenti sostenibili volti a ridurre concretamente l’impatto delle proprie attività. Uniti da questa sensibilità comune, gli operatori si accordano per definire e stimolare l’applicazione e il rispetto di disciplinari di lotta integrata a salvaguardia dell’ambiente e della salute dei consumatori. Metodi di viticoltura e vinificazione secondo principi biologici e biodinamici sono sempre più diffusi, accanto ad un approccio di valorizzazione del territorio e dei distretti produttivi. Nel 2012 i nuovi regolamenti europei anno colmato la lacuna della normativa comunitaria, garantendo maggiore trasparenza e migliore riconoscimento da parte dei consumatori. C’è poi il filone della sostenibilità sociale, cioè rapporti corretti con le proprie maestranze (no al lavoro nero, niente discriminazioni di sesso o religione, ecc.), ma anche quella economica, realizzabile solo attraverso una progettualità seria e un affrancamento totale o parziale delle realtà produttive rispetto alla finanziarizzazione delle imprese.

La proposta di certificazione V.I.V.A. Sustainable Wine finalizzata alla valutazione e certificazione dell’impatto ambientale della produzione enologica i cui primi risultati sono stati presentati a Vinitaly 2013 dall’ex Ministro dell’Ambiente Corrado Clini è solo uno dei numerosissimi esempi che dimostrano come “sostenibilità” oggi per il comparto vitivinicolo non sia solo una tendenza momentanea, ma il caposaldo di un nuovo paradigma produttivo e culturale fortemente voluto dalle aziende stesse.

Prevedete convegni che approfondiscano gli aspetti più prettamente nutrizionali del vino, le caratteristiche dei diversi “terroir” italiani e le tematiche più attuali in fatto di coltivazione della vite?

Il calendario di eventi e convegni è ancora in fase di definizione ma, coerentemente con la nostra filosofia, il programma degli incontri fino al 2015 darà spazio a tutte le tematiche di maggiore attualità e interesse per il settore, tra quali avranno un ruolo chiave tutte quelle citate. Accanto al proprio ruolo di piattaforma commerciale a sostegno degli operatori, infatti, Vinitaly continuerà a scandire l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale ed internazionale creando occasioni di riflessione sullo stato dell’arte del settore e offrendosi come palcoscenico di dibattiti ed eventi di rilevanza internazionale. Per le prossime edizioni continueremo a dare spazio alla voce dei produttori italiani all’interno di incontri dedicati tra i quali spiccherà OperaWine, l’evento culmine di Expo 015, nato proprio per offrire agli operatori internazionali specializzati i vini italiani attraverso l’incontro e la scoperta dei loro produttori e del contesto culturale da cui traggono la loro identità. Rinnoveremo anche l’appuntamento con Enolitech, il salone Internazionale delle tecniche per la Viticoltura, l’Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie, che si è affermato negli anni come palcoscenico internazionale per le tecnologie più innovative applicate alla filiera del vino e dell’olio. A questi appuntamenti tradizionali verrà affiancata una serie di iniziative ad hoc che declineranno il tema della cultura alimentare nelle sue accezioni sia tecnico-scientifiche che culturali. 

Quali sono i Paesi che ritenete maggiormente interessati (ed interessanti per le nostre esportazioni) alle aziende vinicole italiane coinvolte in OperaWineExpo?

L’export costituisce un’importantissima risorsa per la crescita del settore in questo particolare momento storico, nel quale le imprese per ritrovare slancio devono sempre più orientare le proprie attività verso i mercati esteri ad elevato potenziale. Gli Stati Uniti sono una realtà matura, che anche in tempi di crisi continua a crescere, e che mostra di riconoscere e premiare l’eccellenza del vino italiano. Una ricerca presentata a febbraio in occasione della prima tappa di Vinitaly International USA 2013 ha evidenziato come, nel 2012, l’Italia si sia affermata come primo Paese esportatore negli USA, con un market share nei primi 9 mesi in crescita del 7,2% sull’anno precedente. Le classifiche di vendita dei vini importati, inoltre, vedono i prodotti italiani in testa alle preferenze degli american, i cui consumi si prevede cresceranno di 2,4 punti percentuali annui fino al 2016: una quota interessante da conquistare per i nostri produttori. Oltre agli USA, guardiamo con grande interesse anche ai mercati orientali emergenti come Cina, Hong Kong e Russia, più giovani dal punto di vista culturale ma nei quali si aprono interessanti spazi per i nostri prodotti dal punto di vista commerciale. La Cina, in particolare, presenta elevatissime potenzialità di sviluppo per le nostre aziende. Il programma di Vinitaly 2013 ha dedicato ampio spazio a questo mercato con tre focus dedicati e la partecipazione di una delegazione ufficiale del Ministero del commercio della Repubblica Popolare Cinese. 

Quale risposta ai vostri programmi avete avuto finora dalle aziende vinicole italiane? Quali le regioni che hanno mostrato un maggior interesse partecipativo?

Le aziende vinicole italiane riconoscono il ruolo più ampio di Vinitaly a livello di promozione, sia in Italia, sia nel mondo, e attendono quindi di conoscere con attenzione il ruolo del Salone veronese nell’ambito dell’Expo, specialmente dopo le prime dichiarazioni emerse in occasione della firma dell’accordo di cooperazione.
“Prove generali” in realtà sono già state fatte in occasione dell’ultima edizione di Vinitaly, sia con istituzioni regionali sia lavorando con aziende rinomate strutturate che hanno affidato la realizzazione di eventi collaterali direttamente alla nostra struttura. 

Non ci sono regioni con maggior interesse partecipativo, tutte allo stesso modo sono attente e pronte a cogliere le occasioni per promuovere i vini e i loro territori.

Vini biologici, biodinamici, vignaioli che fanno della preservazione della terra e della esaltazione delle sue caratteristiche nella bottiglia un credo. Come una viticoltura così di nicchia per maggiore complessità di processi e limitatezza di produzione si inserisce nel mercato nazionale? Quali i supporti a queste piccole aziende di eccellenza? Quanto rappresentano all’interno del settore?

I vini naturali hanno ancora un posizionamento di nicchia. Tuttavia, i dati di mercato mostrano una crescita della domanda di vini prodotti con metodi naturali, in particolare nei mercati del nord Europa e negli Stati Uniti. Per questo,nel 213 abbiamo deciso di puntare ancora su ViviT-Vigne Vini e Terroir- e abbiamo lavorato per sviluppare e rendere più facilmente accessibili l’offerta di vini del territorio all’interno della manifestazione principale, favorendone la conoscenza tra i visitatori. Guardando in questa direzione l’edizione 2014, in programma dal 6 al 9 aprile, vedrà l’esordio di VinitalyBio, un’area dedicata ai vini certificati biologici organizzato in partnership con FederBio. 

Quali sono stati i risultati di Vinitaly 2013? Quale in questo ambito quelli dei vini biologici e biodinamici?

Quest’anno abbiamo raggiunto le 148.000 presenze, delle quali 53.000 estere da 120 Paesi: è un risultato importante per uno dei settori di rilievo del made in Italy, che ancora train la bilancia commerciale del Paese e dà lavoro e ricchezza ai territori. L’incremento del 6% dei visitatori totali premia le oltre 4.200 espositrici da più di 20 Paesi che hanno investito nel Vinitaly e riconoscono la centralità internazionale della rassegna. Siamo particolarmente soddisfatti del +10% di visitatori esteri rispetto al 2012, ottenuto grazie a un efficace lavoro di incoming da parte di Veronafiere, perché ai numeri si è accompagnata anche una grande qualità dei visitatori. Si tratta sempre più di operatori specializzati, di buyer esteri provenienti dai mercati tradizionali, ma anche dai Paesi emergenti quali Cina e Russia. Vivit, il “salone nel salone” dedicato ai vini del territorio, ha avuto successo fin dalla prima edizione, tanto che quest’anno è stato riposizionato in un’area più funzionale e accessibile, così da favorire un maggiore flusso di visitatori; lo spazio è stato inoltre aperto anche ai distributori esteri, incrementando e differenziando ulteriormente l’offerta espositiva. 

Sono emersi in quest’ultima edizione di Vinitaly tendenze rilevanti, sia di gusto in fatto di vini, sia di interesse da parte dei compratori stranieri?

Quest’anno, per la prima volta, Vinitaly con il suo Osservatorio ha realizzato un’indagine che caratterizza le abitudini di consumo per fasce di età, oltre che per sesso. La ricerca, realizzata su quasi 3.000 visitatori dell’edizione 2012 suddivisi in sei fasce d’età per avere uno spaccato più dettagliato della frequenza e delle tendenze di consumo in Italia, ha evidenziato un gusto comune per i vini rossi invecchiati e i bianchi secchi; poi le strade divergono con le donne che scelgono i prosecchi e gli uomini che scelgono un buon rosso da tavola. Le regioni enologiche italiane preferite dal campione sono Veneto, seguito da Trentino, Piemonte e Toscana, mentre tra i Paesi esteri la Francia è la favorita seguita per gli uomini dai vini rossi di carattere di Spagna e Cile e per le donne dai vini più leggeri di Germania e Nuova Zelanda. Le donne emergono come consumatrici di vino consapevoli e indipendenti, che legano più degli uomini un buon bicchiere ai momenti di convivialità come cene, dopo-cena e aperitivi. A confermare il suo ruolo di Osservatorio in grado di raccogliere ed elaborare informazioni esclusive e ad ampio raggio sul consumo di vino e sulle tendenze in atto, in modo da fornire indicazioni utili alle aziende del settore, Vinitaly ha indagato anche la soddisfazione dei buyer esteri, provenienti soprattutto dall’Europa, in particolare da Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Centro ed Est Europa, e da Russia e Far East, con Cina in testa, seguita dal Giappone. Grande entusiasmo è stato registrato soprattutto nei commenti dei buyer cinesi, un mercato che sta iniziando a conoscere le nostre etichette e i nostri produttori ma nel quale manca ancora una vera cultura del vino che favorisca una maggiore comprensione dei nostri prodotti. Oltre a sottolineare l’importanza di avere potuto incontrare, in un’unica occasione, grandi e piccole realtà produttive, tutti hanno concordato sulla necessità di creare iniziative di promozione mirate, tasting e traduzioni di testi per allargare il mercato.

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