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L’Italia, primo Paese al mondo per il contributo solare con le rinnovabili presenti in tutti i comuni***

In 10 anni le energie pulite sono passate dal soddisfare il 15,4% dei consumi al 38,2%. Ecco i dati di Comuni Rinnovabili 2015 di Legambiente.
  • Letizia Palmisano

La mappa dell’energia verde italiana continua a registrare il “pollice in su” sul fronte delle energie pulite. A fare il quadro 2015 è il rapporto annuale di Legambiente Comuni Rinnovabili.

Non c’è Comune ove vi sia almeno una fonte di energia pulita. Oggi impianti elettrici e/o termici sono presenti in tutti gli 8047 comuni italiani (nel 2009 erano 6993). Dal 2005 ad oggi la copertura del fabbisogno elettrico attraverso le energie verdi è passata dal 15,4 % al 38,2%, guardando ai consumi energetici finali, si è passati dal 5,3% al 16%.

Proseguendo coi numeri, la produzione da fonti rinnovabili negli ultimi tre anni è passata 84,8 a 118 TWh, grazie ai circa 800 mila impianti, tra elettrici e termici, “sempre più spesso integrati con smart grid e sistemi di accumulo o in autoproduzione, che oggi sono la frontiera dell’innovazione energetica nel mondo”, sottolineano da Legambiente.

Da sottolineare, poi, i dati diffusi dall’associazione ambientalista per ciò che riguarda la riduzione dell’import delle fonti fossili ma anche del costo dell’energia elettrica.

“Questi risultati dimostrano quanto oggi uno scenario energetico incentrato su fonti rinnovabili e efficienza energetica sia già realtà e nell’interesse di un Paese come l’Italia. – ha commentato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente.

Sono ben 35 i Comuni 100% Rinnovabili in Italia, ossia quelli nei quali le fonti rinnovabili installate riescono a superare i fabbisogni sia elettrici che termici dei cittadini (riscaldamento delle case, acqua calda per usi sanitari, elettricità). Complessivamente sono 2.809 i Comuni rinnovabili per la parte elettrica, ossia quelli che producono più energia elettrica di quanta ne consumino le famiglie residenti grazie ad una o più fonti rinnovabili.

Tutto positivo? Non proprio. Infatti, sebbene in numeri assoluti le installazioni siano aumentate, i ritmi di crescita registrati nel 2014 sono molto inferiori rispetto al passato. Per il fotovoltaico negli ultimi due anni sono stati installati 1.864MW contro i 13.194 del biennio 2011-2012, nell’eolico sono stati installati 170MW nel 2014 contro una media di 770 degli anni passati, stessi dati per il mini idroelettrico e le altre fonti.

Le cause rilevate dal rapporto sono in primis l’assenza di procedure chiare per l’approvazione dei progetti che blocca gli impianti eolici (per quelli offshore ancora nessun impianto è stato realizzato a fronte di 15 progetti presentati), solari termodinamici, da biomasse, mini idroelettrici, geotermici. A ciò si affianca la situazione di “incertezza in cui il settore si trova a seguito di interventi normativi che in questi anni hanno introdotto tagli agli incentivi, barriere e tasse senza al contempo dare alcuna prospettiva chiara per il futuro”.

A commento Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili e di Asja Ambiente Italia ha sottolineato come all’incertezza si aggiungano “gravi e numerosi ritardi nell’emanazione di decreti e regolamenti attuativi che rendono, di fatto, le norme approvate inapplicabili o che, nelle ipotesi peggiori, costringono i destinatari a effettuare scelte economicamente importanti, senza essere in possesso di tutte le informazioni di dettaglio indispensabili”.

Con il sostegno alle rinnovabili l’Italia ha dimostrato che può fare grandi cose. E non è certo il momento di fermarsi ora!

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