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Ecco la classifica delle smart city italiane***

La prima classificata, Milano, certo non sorprende, anche se lontana dalle grandi città internazionali. Presi in esame indicatori come economia, mobilità e politiche sociali e ambientali. E le sorprese non mancano.
  • Rudi Bressa

Cosa fa di una città una “smart city”? Ha provato a capirlo e ad individuarlo il Forum PA con il rapporto ICity Rate 2014, realizzato per conto di Smart City Exhibition, la manifestazione europea sulle tematiche dell’innovazione nelle città e nelle comunità intelligenti tenutasi a Bologna.

Sono sei gli indicatori dei 106 Comuni capoluoghi presi in esame. Economylivingenvironmentpeoplemobility e governance. Il punteggio più alto se lo aggiudica Milano, seguita rispettivamente da Bologna e Firenze. Più giù le città del Sud, Cagliari la migliore al 60mo posto. Roma risale dal 23mo posto al 12mo. “ICity Rate è uno strumento gratuito a disposizione di tutti coloro che operano nelle città e che vogliano capire i processi in corso”, ha dichiarato Gianni Dominici, direttore generale di Forum PA e curatore della ricerca per Smart City Exhibition. “Fornendo in questo modo un set unico di indicatori con completezza e trasparenza, strumentale alla diffusione di una nuova cultura di governo delle città che metta la conoscenza al centro dei poteri decisionali”.

Le prime della classe. Milano si conferma polo economico e finanziario della penisola, ma vince anche per vivibilità (sicurezza urbana e coesione sociale) e vitalità urbana. La città lombarda fa registrare infatti la prima posizione assoluta sia per qualità delle connessioni Adsl, sia per internazionalizzazione culturale, oltre ad un punteggio molto elevato per diffusione della sharing economy.

Bologna si conferma al secondo posto e prevale soprattutto grazie alle attività legate alla vivibilità. È la migliore città per la cura dell’infanzia e degli anziani, oltre che nell’assistenza ospedaliera. Buone inoltre le politiche di governance e le iniziative dedicate alla mobilità.

Firenze segue la sua storia secolare, assicurandosi il terzo posto grazie all’ottima performance della sua amministrazione e ad una forte capacità di adeguarsi ai cambiamenti. Molto buoni i risultati anche dal punto di vista della qualità del capitale umano e sociale, della vivibilità, e in termini economici.

Le piacevoli sorprese. Interessante notare come per i campi quali ambiente, sociale e mobilità, sono i capoluoghi più piccoli ad ottenere i risultati migliori. Trento si conferma la città più attenta alle politiche ambientali (aria, rifiuti, acqua, energia, spazi verdi), seguita da Belluno e Matera (candidata vincitrice per essere la capitale della cultura nel 2019).

Ravenna è la migliore città in fatto di capitale sociale. È la città dove la cultura, la parità di genere e la partecipazione ad eventi ha la percentuale più alta. Per quanto riguarda la mobilità, è Venezia ad aggiudicarsi il primato, grazie a quei 707 passeggeri annui che utilizzano il trasporto pubblico locale, contro una media dei comuni capoluogo di 189.

Resta il fatto che le prime della classe, nonostante gli ottimi risultati restano ancora lontane dai livelli delle città internazionali. Il rapporto infatti riporta che: “estrapolando da alcuni dei principali ranking internazionali le sole città europee, la posizione della metropoli lombarda non solo è molto lontana dalle performance di Londra e Parigi, ma risulta anche inferiore a quella dei principali poli urbani del continente (Amsterdam, Berlino, Brussels, Francoforte, Madrid, Stoccolma, Vienna, Zurigo)”. La strada per entrare a pieno titolo tra le eccellenze europee è ancora in salita.

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