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Basta plastica nei cosmetici. In Italia si attende la legge. Intanto parte la petizione***

Marevivo lancia la petizione a supporto della proposta di legge che ne vuol vietare l’uso cosmetico
  • Letizia Palmisano

Aloe, vitamina C, olio extravergine d’oliva… quante volte avete acquistato un prodotto cosmetico in cui il punto di forza era uno di questi prodotti naturali o principi attivi green? Se, invece, ci fosse stato scritto: crema ai microgranuli di plastica? L’avreste comprata con altrettanto trasporto? Ebbene sì, in molti, moltissimi prodotti di bellezza l’ingrediente “segreto” di certo non pubblicizzato a caratteri cubitali è la microplastica che, con una doccia o una lavata di mani, passa – sfuggendo a qualsiasi filtro – dalla nostra pelle all’acqua e quindi nei nostri mari.

Secondo i dati diffusi dall’associazione Marevivo, in certi cosmetici “le microplastiche rappresentano dall’1 al 90% del peso del prodotto stesso: specialmente negli scrub, nei bagnoschiuma, nei dentifrici ma anche i rossetti, le maschere, i mascara, gli idratanti, lo spray per capelli, le creme lenitive, le schiume da barba”. Microplastiche che, sommate tra loro, sono una vera montagna. L’associazione ambientalista a difesa dei nostri mari ricorda che “In Europa nel 2013, solo per i prodotti di bellezza, sono state impiegate quasi 5.000 tonnellate di microplastiche, finite quasi tutte in mare e con possibili ripercussioni anche per la salute umana”. Purtroppo gli impianti di trattamento e depurazione delle acque (ove presenti) sono in grado di intrappolare solo macroplastiche e frammenti di varie dimensioni, ma una larga porzione di microplastiche sfugge totalmente ai filtri e arriva in mare.

Se, a destare più sdegno, spesso sono i pezzi di plastica più grandi che facilmente galleggiano e si arenano sulle nostre spiagge, le microplastiche finiscono per non fare notizia ma danni sì. Queste vengono scambiate per cibo e ingerite dagli organismi marini e,così, il passo per finire nel piatto è breve.

Per risolvere questo problema Marevivo ha promosso proposta di legge (la numero 3852) – a prima firma del presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci e sottoscritta da oltre 40 deputati di diversi gruppi politici, sia di maggioranza che di opposizione – in base alla quale dal 1° gennaio 2019 non sarà più consentito produrre e mettere in commercio prodotti cosmetici contenenti microplastiche. Per spingere, è il caso di dirlo, le microplastiche fuori dal tubetto, ed evitare che la proposta di “spiaggi”, è partita in parallelo una petizione che già in breve tempo è prossima alle 15 mila firme.

“Non ci è consentito di restare in panchina a guardare cosa sta capitando al nostro mare”, spiega Rosalba Giugni, presidente e fondatrice di Marevivo, “non dimentichiamo che il mare rappresenta il 71% del Pianeta, produce più dell’80% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell’anidride carbonica, quando è in buona salute. Questa benefica funzione viene esercitata non esclusivamente per le sue acque salate, ma perché il mare è un ‘organismo vitale’, composto da vegetali e animali in un equilibrio dinamico raggiunto in milioni di anni”.

Per saperne di più sulla campagna e sulla petizione, cliccate qui.

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