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L’estate tarda, ma le zanzare arrivano… e a frotte!!***

La Comunità Scientifica: il vero pericolo sta nei metodi di disinfestazione

Simona Mingolla

Oltre il danno la beffa! Quest’estate il maltempo flagella la nostra penisola diminuendo il flusso turistico, ma, in compenso, si registrerà un “record di presenze” sul fronte zanzare. Secondo l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR per il mite inverno (quasi 3 gradi in più rispetto alle medie stagionali!) e le numerose piogge primaverili, milioni di uova di zanzara non sono morte e la sopravvivenza di milioni di larve prelude ad un’imponente invasione di zanzare sul nostro territorio. Allarme rosso, dunque, per le istituzioni pronte a predisporre ordinanze con “piani di attacco” a base di insetticidi che si rilevano più deleteri della suddetta invasione! Come sottolineano comitati cittadini ed associazioni, insieme alla Comunità Scientifica, sull’argomento non c’è molta informazione e le disinfestazioni spesso vengono eseguite senza avere approfondito costi ambientali, rischi sanitari ed effettivi risultati che si ottengono.

Dopo l’abolizione del pericoloso DDT (se ne ritrovano ancora tracce nell’Artico!), ci sono innumerevoli formulati chimici che vengono immessi nella biosfera: siamo nell’ordine annuo di 250.000.000 tonnellate di prodotti di sintesi, tra cui 2.000.000 di tonnellate di pesticidi (in Italia sono 175.000, pari a circa 3 kg a persona), ma solo una piccola parte di essi (circa lo 0,1%) raggiungerà il bersaglio. “Si producono continuamente composti chimici – come spiega il Prof. Luigi Campanella (già Presidente della Società Chimica Italiana) – alcuni dei quali nemmeno definiti nel tempo di vita, in quanto intermedi di processi primari, e le cui proprietà sono sconosciute“. L’introduzione di nuovi composti nella lotta, per esempio, alla zanzara tigre deve avvenire con estrema prudenza poichè ciò accade in un ambito con un alto livello di degradazione. “Spesso si dimentica che i valori di tossicità, stabilità e accumulabilità che si registrano per le varie sostanze, si rilevano quando la sostanza è immaginata come l’unica presente in quell’ambiente; ma noi siamo bombardati da sostanze che coesistono: insetticidi, erbicidi, particolato atmosferico emesso dai veicoli, detersivi… Nelle nostre città, i cittadini sono organismi che già hanno accumulato tutte queste sostanze, per cui, nella logica dell’azione integrale che le sostanze esercitano nei confronti dell’organismo esposto, questa considerazione dovrebbe spingere ad un’elevatissima prudenza!“. Tant’è che stanno crescendo anche nel nostro Paese i casi di Sensibilità Chimica Multipla (SCM), “una sindrome per la quale la persona risulta sensibilizzata a questo insieme di prodotti, che crea allergie, patologie di forma diversa, difficoltà di respirazione e che è già riconosciuta, ad esempio, negli Stati Uniti come malattia sociale (37 milioni di ammalati) …

Per evitare la proliferazione delle zanzare ci sono provvedimenti “ecofriendly” che dovrebbero essere diffusi con programmi informativi ed educativi. Alcuni sono noti: l’installazione di zanzariere, la riduzione delle situazioni di umidità (tipo l’acqua che ristagna in sottovasi o tombini), la presenza di piante con odori fastidiosi per le zanzare (basilico, geranio, menta, calendula, catambra, monarda, agerato). A livello personale occorre evitare cosmetici con l’acido stearico che le attira, oppure si può assumere il ledum palustre (ossia, rosmarino selvatico) che rende il corpo “repellente” poiché modifica l’odore del sangue umano. Attenzione anche al colore da indossare: nero e rosso attirano di più le zanzare rispetto a verde, giallo e bianco che le allontanano.

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