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Gli scarti alimentari? Una miniera di risorse per cosmetica, zoologia e per produrre energia

Con circa 1,3 milioni di ton. di scarti vegetali si potrebbero produrre biometano, cibi Superfood, prodotti cosmetici e anche packaging alimentare, lo dice l’Enea che ha pubblicato un decalogo anti-spreco e ora arrivano anche doggy bag di design

In Italia vengono gettati nel cassonetto circa 5,5 milioni di tonnellate di cibo ogni anno, in pratica 42 kg di cibo a persona sotto forma di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati a male, con un valore economico che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro all’anno, di questi 42 kg, oltre 10 sono costituiti da verdure e prodotti ortofrutticoli per un totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate. Si tratta di una vera e propria miniera ancora poco sfruttata e conosciuta di risorse preziose che finisce ogni giorno nella spazzatura.

Con i prodotti vegetali gettati via, infatti, oltre a fitosanitari e nutraceutici, si potrebbero produrre 41 milioni di m3 di biometano, l’equivalente dell’energia necessaria per riscaldare 46mila appartamenti, con un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate di CO2,  e non è tutto, questi scarti potrebbero trasformarsi in cibi “Superfood” per mantenersi in forma, cosmetici, nuovi alimenti per la zootecnia o addirittura in packaging alimentare.

Questo “catalogo” di prodotti derivati dagli scarti alimentari l’ha fornito l’Enea che grazie ai suoi laboratori e impianti di ultima generazione e competenze e professionalità pluriennali, sta percorrendo con tecnologie e metodologie innovative il cammino per combattere lo spreco alimentare trasformando lo scarto di un settore, in materia prima per un altro, in sostanza arrivare a vedere da un rifiuto una risorsa.  “Il futuro è qui – osserva Roberto Balducchi responsabile del laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi dell’ENEA – dobbiamo cambiare radicalmente la concezione di scarto e rifiuto perché ogni giorno grazie alla ricerca scopriamo il valore nascosto di molti sottoprodotti e materie prime-seconde a cui oggi l’industria associa solo costi di gestione e smaltimento. Questo scenario apre la strada ad un molteplicità di percorsi di sviluppo in termini di nuove professioni, nuovi prodotti e nuove sfide per la ricerca applicata”. Contro lo spreco alimentare, l’Enea ha anche pubblicando un decalogo con tutte le buone pratiche domestiche per ridurre i cibi che finiscono nei rifiuti.

La lotta allo spreco alimentare arriva anche “in pausa pranzo”. In concomitanza con la Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare Edenred, inventore del Ticket Restaurant®, ha stretto un accordo con Malvida, la startup italiana che ha ideato il progetto reBOX e immesso sul mercato reFOOD, il contenitore per alimenti riciclabile che consente di portare a casa il cibo avanzato al ristorante in modo originale. Si utilizza, infatti, una pratica scatola disegnata da creativi e artisti emergenti che punta così a sconfiggere il tabù che ancora molte persone nutrono verso le cosiddette doggy bag. Questa settimana un panel di 60 ristoranti su tutto il territorio nazionale verrà coinvolto nella prima fase del progetto che mira a mettere reFOOD a disposizione degli oltre 150.000 locali aderenti al circuito Ticket Restaurant®. Partner accademico del progetto è lo IESCUM, Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano. I titolari dei 60 locali scelti per questa fase di test aiuteranno i responsabili del progetto a capire il livello d’imbarazzo dei consumatori quando devono richiedere una doggy bag e a monitorarlo nel tempo rispondendo a diversi questionari per un periodo di sei settimane. Una volta compresi al meglio bisogni e potenzialità, il progetto si allargherà anche agli altri locali che accettano buoni pasto Ticket Restaurant®. 

06/02/2017

Redazione Econews

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