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Rifiuti elettrici ed elettronici, questi sconosciuti

Poco meno della metà degli italiani (42%) non sa cosa siano e due connazionali su cinque (40%) ne ha solo un ‘idea approssimativa, lo rivela una ricerca Ipsos

I Raee, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, come computer, tv, lavatrici, radio, videocamere, ma anche spazzolini elettrici e lampadine, per gli italiani restano ancora oggetti misteriosi di cui non si sa bene come disfarsene una volta giunti a fine vita. Due italiani su cinque (40%) ne hanno solo un’idea approssimativa dei Raee, mentre la maggioranza relativa (42%) non li conosce affatto. Solo un “misero” 18% (meno di un italiano su 4) li riconosce correttamente. Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca realizzata da Ipsos per Ecodom e Cittadinanzattiva sui comportamenti degli italiani nella gestione dei Raee.

Tutto il settore è normato dal decreto “uno contro uno“, che da giugno 2010 obbliga i venditori di prodotti elettrici ed elettronici al ritiro gratuito dell’apparecchiatura dismessa a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente, e dal nuovo decreto “uno contro zero“, che da aprile 2016 prevede la consegna gratuita dei Raee di piccole dimensioni, inferiori a 25 cm, (rasoi elettrici, piccoli tablet, lampadine, spazzolini elettrici, telefonini ecc) presso i punti vendita con superfici superiori a 400 mq (il servizio è facoltativo per i negozi più piccoli) senza alcun obbligo di acquisto. Ma mentre la conoscenza del decreto uno contro uno mostra un sensibile incremento rispetto al 2011 (+13%), anche se un 44% degli intervistati, a distanza di otto anni dall’entrata in vigore del provvedimento, ancora non conosce questa possibilità di conferimento, la notorietà del decreto uno contro zero è ancora contenuta (18%), probabilmente anche a causa della sua recente introduzione. La popolazione delle Isole risulta essere la più informata sul decreto (23%). Tra i canali di informazione emergono i media, come quotidiani (24%) e TV (20%), ma anche le catene distributive (20%). La scarsa conoscenza e l’incertezza sul corretto smaltimento fanno sì che nelle case degli italiani le apparecchiature “a rischio”, ovvero non più in uso oppure non più funzionanti in cerca di un corretto smaltimento rappresentino il 7,4% del totale posseduto e il più elevato potenziale di rischio è rappresentato da videoregistratori, videocamere, macchine fotografiche digitali e calcolatrici. Nonostante ciò, fortunatamente, prevalgono tra gli italiani i comportamenti virtuosi per lo smaltimento, nel 60% dei casi avviene tramite il ricorso alle società di igiene urbana e nel 9% dei casi tramite i negozianti. La percezione sul grado di rischio di queste apparecchiature appare elevata, anche tra chi non le conosce (livello medio di pericolosità pari a 8,7 su 10), per le conseguenze dannose che il mancato trattamento può avere sul suolo, sull’aria e sull’acqua, e per la presenza di sostanze inquinanti contenute in alcuni componenti. Uno smaltimento non corretto, però, non è solo dannoso per l’ambiente, ma anche per l’economia che vede uno spreco di materie prime preziose.

Ogni anno si producono nel mondo dai 20 ai 50 milioni di tonnellate di Raee – (20 milioni di tonnellate in Europa) che contengono 320 tonnellate d’oro e 7.200 d’argento per un valore di oltre 15 miliardi di euro, ma solo il 15% di questo ‘tesoro’, secondo l’Onu, viene recuperato

22/02/2017

Redazione Econews

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