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Venezia e grandi navi, una convivenza difficile

Tra ricorsi e ordinanze, il CNR dice che lo smog “navale” è in diminuzione

Ogni volta che sul Canale della Giudecca a Venezia si affaccia una grande nave da crociera ci sono due opposte reazioni: quella di turisti e passanti che le fotografano e le guardano con curiosità e quelle di molti veneziani che le vorrebbero fuori dai canali di Venezia temendo danni all’ecosistema della laguna e ad una città estremamente fragile. Queste due fazioni si sono affrontate e si affrontano a suon di ordinanze e ricorsi. L’ ultimo atto di questa guerra di carte bollate è stato l’annullamento, a inizio gennaio, da parte del Tar del Veneto dell’ordinanza della Capitaneria di porto che nel 2013 aveva disposto la limitazione del transito nel canale della Giudecca e nel canale di San Marco di questi giganti dei mari.

Nel frattempo non sono mancate le dimostrazioni dei comitati “no grandi navi” ed esposti di comitati di cittadini ed esponenti politici contro le emissioni nocive di fumi dai camini delle grandi navi da crociera o contro il rischio di danneggiamento delle rive per il moto ondoso. In questa situazione estremamente conflittuale un annuncio positivo è venuto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR (Isac-Cnr) che in una ricerca, realizzata con l’Università Ca’ Foscari, afferma che nonostante il traffico e le dimensioni delle grandi navi da crociera siano in aumento, nella laguna di Venezia si registra una riduzione dell’inquinamento.

Come spiega Daniele Contini, ricercatore Isac-Cnr, la ricerca “ha analizzato i dati ottenuti nel periodo estivo del 2007, del 2009 e del 2012 nell’area urbana ed è risultato che l’impatto del traffico navale sulle concentrazioni di particolato atmosferico fine (Pm2.5) dovuto alle emissioni primarie, ossia emesso come tale dai camini delle navi, è diminuito dal 7% del 2007 al 3.5% del 2012. Nello stesso periodo, il tonnellaggio associato al traffico navale passeggeri è invece incrementato del 47%“.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Atmospheric Environment, spiega anche le ragioni di questo miglioramento della qualità dell’aria, l’impiego di carburante ‘green‘ a basso contenuto di zolfo, in ottemperanza alla nuova normativa europea. “Per la prima volta – osserva Contini – i risultati mostrano che le strategie di mitigazione a livello internazionale e locale, basate sulla riduzione del contenuto di zolfo nei carburanti ad uso navale, sono efficaci nel ridurre l’impatto primario del particolato e non solo nell’abbattere l’impatto secondario delle concentrazioni di ossidi di zolfo e di solfato”.

Lo studio è stato svolto nell’ambito del progetto Poseidon, finanziato dal Programma europeo Med (2007-2013) per la cooperazione territoriale e coordinato da Contini, che vede la partecipazione delle Università di Venezia, di Patrasso (Grecia) e della School of Medicine di Rijeka (Croazia). La ricerca sarà estesa, nel corso del progetto, anche a Patrasso, Rijeka e Brindisi.

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