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Particelle cosmiche per catturare la CO2

Un rilevatore di muoni per misurare i siti di stoccaggio dell’anidride carbonica

Rispedire “al mittente”, cioè nel sottosuolo, l’anidride carbonica generata dalla combustione del carbone per salvaguardare il clima. Questo è possibile grazie alla tecnologia della cattura e dello stoccaggio della CO2 (CCS, carbon capture and storage), oggetto di una direttiva europea (2009/31/CE del 23 aprile 2009) recepita anche in Italia, che trova però ancora molti ostacoli per il suo sviluppo, tra questi le difficoltà di misurare i siti sotterranei che verranno utilizzati per immagazzinare la CO2 e i costi che comportano queste misurazioni.

Ma la fisica delle particelle sembra che possa risolvere questo problema. Una sonda avanzata, sviluppata dei fisici delle particelle dell’Università inglese di Sheffield, sfrutta a questo scopo le proprietà dei muoni prodotti dai raggi cosmici (si tratta di particelle sub-atomiche che passano attraverso la terra a grande velocità). Questa nuova tecnica potrebbe risolvere sia il problema economico che quello dell’accuratezza delle misurazioni.

Oggi, infatti, per sondare la capacità dei luoghi di stoccaggio viene utilizzato un monitoraggio sismico che costa circa 7 milioni di euro a prospezione e non è molto preciso. L’esperimento pilota è stato compiuto nella più grande miniera sotterranea di potassa del Regno Unito dove sono stati posizionati i rilevatori che hanno monitorato i muoni che viaggiano attraverso il Mare del Nord e poi attraverso la roccia che circonda la caverna della miniera. Da questo primo esperimento i ricercatori sperano di mettere a punto un prototipo funzionante entro il 2015.

I siti di stoccaggio potenziale della CO2 sono le miniere di carbone non sfruttabili, i giacimenti esauriti di idrocarburi e gli acquiferi salini profondi. Questi ultimi, secondo lo U.S. Department of Energy, sono potenzialmente idonei per contenere più della totalità di CO2 emessa sulla Terra per i prossimi 100-350 anni.

8In Italia il primo impianto pilota per la cattura della CO2 è stato realizzato a Brindisi per consentire di trattare “i fumi” provenienti dalla centrale a carbone Federico II. 

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