L’ Enea ha realizzato un nuovo brevetto per recuperare i metalli preziosi dalle schede elettroniche dei vecchi PC
Ogni anno si producono nel mondo dai 20 ai 50 milioni di tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – RAEE – (20 milioni di tonnellate in Europa) che contengono 320 tonnellate d’oro e 7.200 d’argento per un valore di oltre 15 miliardi di euro, ma solo il 15% di questo ‘tesoro’, secondo l’Onu, viene recuperato.
Per aiutare a sfruttare meglio queste “miniere dell’high tech”, l’Enea ha brevettato una nuova tecnologia per estrarre questi metalli preziosi dalle vecchie schede elettroniche dei computer. Si tratta di un brevetto depositato nelle scorse settimane relativo al recupero di materiali quali oro, argento, rame, etc. attraverso un processo chimico (per il quale è stata anche depositata domanda di internazionalizzazione PCTIB2014065131).
Sulla base di questo nuovo brevetto è in corso di realizzazione un prototipo con finanziamento del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che andrà ad integrare l’impianto dimostrativo in via di realizzazione presso il centro Enea della Casaccia a cura dell’Unità Tecnica Tecnologie Ambientali.
Il prototipo è costituito oltre che da un innovativo sistema di separazione solidi/liquidi, da un reattore, da un sistema di carico ed da un sistema di agitazione di geometria appositamente studiata per il trattamento delle schede elettroniche e sarà in grado di trattare fino a 150 kg di schede elettroniche al giorno. Questa tecnologia, presentata nei giorni scorsi in Cina nell’ambito del progetto China-Italy Green Exchange 2015, è stata anche oggetto di un progetto di fine corso dell’Executive Master MBA della Business School di Bologna.
Il progetto “Urban Mining”, nato in collaborazione tra un gruppo di studenti del Master e l’Enea, si è aggiudicato il primo premio nell’ambito dei lavori di fine corso del Master lo scorso 28 marzo con questa motivazione: “Le schede elettroniche sono un valore e il business è di potenziali dimensioni mondiali”.
Il gruppo di studenti ha quindi chiesto all’Enea di poter elaborare un business plan per valutare la possibilità di investire nel settore dei RAEE quale opportunità di crescita sostenibile. “Gli aspiranti imprenditori hanno messo a punto una strategia finanziaria e proposto la nascita di un’impresa dedicata alla gestione dell’impianto per il recupero di metalli da schede elettroniche – spiega Danilo Fontana, ricercatore Enea del Laboratorio Ecoinnovazione dei sistemi produttivi dell’Unità Tecnica Tecnologie Ambientali – le aziende stanno dimostrano grande interesse per questo sistema e diversi imprenditori hanno già manifestato il loro interesse nel finanziare una start up di questa natura”.