Due progetti per utilizzare sostanze bio come fonte ecosostenibile alternativa al petrolio e risolvere nello stesso tempo parte del problema rifiuti
Amido di mais, canna da zucchero, materie prime vegetali, gli shoppers per la spesa abbandonano il petrolio e si rivolgono sempre più spesso a sostanze naturali e biodegradabili per risparmiare l’ambiente e ridurre il problema rifiuti.
Tra le nuove sostanze ora ci sono anche i gusci di gamberetto e gli aghi di pino. Un progetto, guidato da Nicola Everitt dell’Università di Nottingham insieme ai ricercatori dell’Università del Nilo in Egitto, sta infatti portando avanti lo sviluppo di un’alternativa alle plastiche a base di petrolio da utilizzare negli imballaggi, che nello stesso tempo dovrebbe alleggerire il problema rifiuti in Egitto, dove solo poco più del 50% dei rifiuti urbani trova un corretto smaltimento. Per realizzare i sacchetti biodegradabili, i ricercatori stanno studiando l’uso del chitosano, un polimero derivato dalla chitina, un composto organico che viene estratto dai gusci di gamberetti, gusci che in Egitto costituiscono parte del problema rifiuti. Il chitosano è un biopolimero già utilizzato nel confezionamento farmaceutico grazie alle sue proprietà antimicrobiche, antibatteriche e biocompatibili.
Da ogni chilogrammo di gusci di gamberetti, i ricercatori sperano di produrre 10-15 shoppers. Secondo il procedimento studiato, i gusci vengono prima lavati e poi bolliti in acido per rimuovere il carbonato di calcio. Vengono poi nuovamente lavati prima di essere immersi in una soluzione alcalina che serve a rimuovere la proteina, lasciando le lunghe catene molecolari che compongono il biopolimero. I fiocchi di chitosano essiccati possono essere disciolti in una soluzione e trasformati in una pellicola di polimero attraverso procedimenti convenzionali.
I ricercatori prevedono inoltre di studiare l’uso del materiale per creare una pellicola polimerica come imballaggio alimentare in grado di assorbire ossigeno e migliorare la durata di conservazione di alimenti, riducendo, così, gli sprechi. Anche dagli aghi di pino si può ottenere una nuova plastica biodegradabile e ecosostenibile per la produzione di sacchetti per la spesa e dispositivi medici. I primi grammi di questo nuovo materiale sono stati ottenuti sempre nei laboratori inglesi, questa volta dell’Università di Bath, grazie ad un procedimento descritto sulla rivista Polymer Chemistry.”Il nostro progetto – spiega la ricercatrice Helena Quilter – vuole sfruttare gli aghi di pino prodotti come scarto dall’industria della carta, che altrimenti verrebbero buttati e aggraverebbero il problema rifiuti. Se riuscissimo a produrre plastica partendo da simili fonti sostenibili, potremmo fare davvero la differenza per l’ambiente”.
Lo studio fa parte di una ricerca più ampia che punta ad utilizzare sostanze chimiche bio come fonte ecosostenibile alternativa ai prodotti petrolchimici e che sta anche studiando altri composti organici come, ad esempio, il limonene presente negli agrumi.