Speculazione, abusivismo e corruzione 50 anni prima nel film “Le Mani sulla Città”
Sono passati più di 50 anni da quando “Le mani sulla Città” il film con cui Francesco Rosi vinse il Festival di Venezia nel 1963, è apparso sugli schermi, ma la sua storia di speculazioni, abusivismo edilizio, politica corrotta, conflitti di interesse è, come dice e lo stesso Rosi, “di crudele attualità”.
Proprio a premiare questa attualità di un film che poneva temi legati alla legalità e all’ambiente, quando ambiente e legalità non erano nell’agenda culturale dell’epoca, Green Cross, organizzazione internazionale per la salvaguardia del Pianeta voluta da Mikhail Gorbaciov, ha consegnato a Rosi il Premio Blue Drop Award, al termine della proiezione di una copia restaurata del film. “Con questo film – ha detto Rosi – ho cercato di capire che cos’è Napoli e cosa possiamo fare noi per migliorare la situazione del nostro Paese“. Ma la Napoli del 1963 descritta da Rosi non è certo cambiata o migliorata.
Legambiente che da anni censisce l’Italia abusiva osserva che proprio la Campania, con i suoi 175mila immobili abusivi, è la regione che vanta il primato nazionale per numero di reati legati al ciclo del cemento illegale nel 2012, con 875 infrazioni accertate dalle Forze dell’ordine, il 13,9% del totale nazionale e Napoli è la prima provincia d’Italia, con 305 infrazioni accertate (il 4,8% del totale nazionale).
Un fenomeno poi quello dell’abusivismo che non smette mai di crescere. Nel 2013, secondo la stima del Cresme, in barba alla crisi economica che ha colpito duramente il settore edile, sarebbero stati costruiti 26mila immobili illegali, tra ampliamenti e nuove costruzioni: oltre il 13% del totale delle nuove costruzioni. Significa che grosso modo una nuova casa su dieci di quelle sorte nell’ultimo anno è fuorilegge. Questo a dire che “Le mani sulla Citta” continua…
Photo credit: Mario Calamita