Gestite dal Corpo forestale dello Stato ospitano 18 mammiferi a rischio estinzione come l’orso e la lince
Un totale di 130mila ettari di superficie che ospitano il 20% delle specie vegetali considerate a rischio di conservazione in Italia, 18 specie di mammiferi a rischio estinzione tra cui orso, lupo, lontra, stambecco e lince, e in cui nidifica il 70% delle 188 specie protette di uccelli. In Italia, il Paese con la più alta biodiversità in Europa, le 130 riserve naturali gestite dal Corpo Forestale dello Stato, rappresentano una vera e propria cassaforte nazionale di biodiversità.
Il lavoro svolto dal Corpo forestale dello Stato nelle 130 Riserve naturali mira alla tutela e alla conservazione della qualità degli ecosistemi, cercando di limitare il più possibile l’intervento dell’uomo. La gestione delle aree protette da parte della Forestale, pari a 90mila ettari, infatti, è di tipo conservativo e non persegue alcun interesse economico. Circa 80mila ettari di superficie ricadono in Siti di Importanza Comunitaria (SIC) della Rete Natura 2000, che è la rete europea che riunisce le aree di speciale protezione. Le Riserve inserite all’interno dei Parchi nazionali sono 58 e rappresentano il vero cuore del Parco dove sono tutelate le maggiori emergenze naturalistiche. In tutte le Riserve statali la Forestale realizza numerosi progetti di ricerca mirati e specifici per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio floristico e faunistico del territorio italiano. Tra questi, il progetto Life di Montecristo, nato per contrastare la diffusione del ratto nero e combattere l’ailanto. Questa specie invasiva deve essere eradicata completamente dall’isola, al fine di evitare la modifica delle caratteristiche ecologiche del territorio e consentire lo sviluppo della vegetazione autoctona tipica costituita dal bosco di leccio.
Ci sono inoltre i progetti per il monitoraggio e la salvaguardia degli insetti saproxilici, cioè legati al legno morto, che prevede l’eliminazione delle specie forestali aliene, i progetti di conservazione degli ecosistemi costieri, o gli interventi di reintroduzione di specie a rischio di estinzione o per il ristabilimento di catene alimentari, come quello della conservazione della lince nella Foresta di Tarvisio o della lontra nelle zone del centro – sud, la reintroduzione del grifone in Abruzzo o la salvaguardia del capovaccaio nelle Riserve statali della Basilicata, Calabria e Puglia. Inoltre sono tre i Centri per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale che si occupano della tutela e valorizzazione della biodiversità attraverso programmi specifici. Il Centro di Bosco Fontana (Verona), i Centri di Pieve Santo Stefano (Arezzo) e di Peri (Verona), specializzati nella conservazione del genoma forestale, contribuiscono alla salvaguardia di oltre 200 specie arboree ed arbustive presenti nei vari ecosistemi forestali del territorio nazionale.
Tra le 130 Riserve naturali, ci sono due Riserve insignite del diploma del Consiglio d’Europa per l’ambiente: la Riserva naturale integrale di Sasso Fratino, istituita nel 1959 e la Riserva biogenetica Isola di Montecristo, istituita nel 1971.