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BioEnergie: nulla si distrugge tutto si trasforma

16/09/2013

  • Simonetta Badini

Bioenergie, termine che evoca il divenire, il concept di lavoisieriana memoria secondo cui “”… nulla si distrugge, tutto si trasforma””: la “”vitalità”” degli scarti, derivanti da processi di vario tipo, è dunque linfa ricondotta a energia! In questo numero di Eco-news abbiamo voluto approfondire il tema che si rivela fondante per gli obiettivi ambientali dell’Europa al 2020. Proprio l’Italia in quella prospettiva temporale, insieme a Francia, Germania, Spagna, Polonia e Romania, sarà uno dei Paesi più ricchi di tali fonti rinnovabili. “”Le bioenergie sono quelle forze che consentono alle entità biologiche di alimentare la produzione e la sintesi dei tessuti biologici””, così le definisce in sintesi nel suo intervento Franco Vivona, ricercatore del Cnr e membro del comitato scientifico di Eco-news, offrendoci un quadro interessante su politiche energetiche verdi, imponenti e lungimiranti.

L’intensificarsi di queste nuove produzioni è molto legato agli incentivi per la realizzazione degli impianti a esse afferenti, ma tutto lascia presagire positivi risultati per il potenziamento del settore. A livello globale ci si muove acché lo sviluppo di esse sia incrementato per la crescita sostenibile, la mitigazione dei cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare ed energetica. La Fao, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, dal 2005 si impegna sui temi legati alle produzioni di energia pulita. A tale scopo è stato istituito il Partenariato Globale delle Bioenergie a seguito del Piano d’Azione di Gleneagles (luglio 2005). “”Ad oggi, la GBEP riunisce 37 partner ed altrettanti osservatori fra governi, organizzazioni internazionali e altri soggetti del settore privato e della società civile in un impegno comune per promuovere le bioenergie per lo sviluppo sostenibile.

L’obiettivo principale della partnership è fornire ai propri membri un meccanismo per organizzare, coordinare ed incrementare i livelli internazionali di ricerca, sviluppo, applicazione e diffusione commerciale relativi alla produzione, conversione ed uso della biomassa ai fini dell’energia””. Così sottolinea Maria Michela Morese, segretario esecutivo della GBEP, intervistata da Elisa Peduto.

Un ruolo dunque di grande supporto tecnico-strategico alle politiche internazionali per orientarne percorsi di sviluppo sostenibile. In ambito nazionale sembra che siano incoraggianti le sensibilizzazioni istituzionali in questa direzione. Il governo Monti, varando la Strategia Energetica Nazionale, ha dato un significativo abbrivio al settore delle rinnovabili nel suo complesso. “”Per quanto attiene le fonti rinnovabili, il target è quello di arrivare a un 20% di incidenza sui consumi finali lordi, e cioè sul totale in termini di elettricità, calore e trasporti””, spiega nel suo articolo Fabio Rosati, direttore del Centro Studi Mobilità.

E le frontiere delle rinnovabili si schiudono anche alle bioenergie, tra le quali si collocano biocarburanti e biomasse, con una produzione già considerevole e molto ambiziosa per il futuro. L’industria del biogas, nella fattispecie, oggi in Italia è una realtà lavorativa per 12mila addetti con un giro d’affari di circa 850 milioni di euro e per ora siamo il secondo Paese dopo la Germania. Piero Gattoni, presidente del Consorzio Italiano Biogas da noi intervistato, asserisce: “”Il nostro obiettivo è arrivare a una produzione di poco meno di 8 miliardi di metri cubi di biometano che consentiranno al Paese un taglio importante delle importazioni dall’estero, per un risparmio annuo, calcolato a prezzi correnti, di 5 miliardi di euro””. Per le biomasse il mercato da preferire è quello della filiera corta, punto di incontro tra mondo agricolo ed energetico.

“”L’Italia dispone di una pluralità di materie prime e le biomasse consentono allo stesso tempo di integrare i prodotti agricoli tradizionali e di recuperare aree agricole marginali””, affermano in Enel, azienda che ha deciso di impegnarsi nel settore attraverso Enel Green Power. Da quanto emerso in questo numero, dunque, sembra che le bioenergie siano in grado di contribuire a soddisfare in modo sostenibile la futura domanda e possiedano un significativo potenziale di espansione sia per la produzione di elettricità e calore, sia – sotto forma di biocarburanti – per il settore dei trasporti. E il nostro Paese in questo contesto sembra avere un futuro davvero promettente.

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