Realizzata da ND-Gain, mostra a colpo d’occhio i Paesi più vulnerabili e quelli più preparati al mutamento del clima. Ecco a che posto si trova l’Italia.
28/01/2015
Rudi Bressa
I confini geografici diventano strumenti per capire come le nazioni si stiano preparando ai cambiamenti climatici e quali invece siano più in pericolo. La ricerca include i 192 Paesi facenti parte delle Nazioni Unite e raccoglie più di mezzo milione di dati interpolati tra loro in un periodo di 18 anni (dal 1995 al 2013).
Un lavoro imponente raccolto nel ND-Gain Index, ovvero l’Indice globale di adattamento, realizzato da un gruppo interdisciplinare dell’università di Notre Dame. E per renderlo più comprensibile e di facile lettura, il web designer Jon Whitling ha realizzato un’infografica che mostra chiaramente chi subirà i danni maggiori e chi, invece, sta lavorando per prepararsi nella maniera migliore.
L’indice generale chiarisce che la Norvegia è al primo posto, ovvero è la nazione che, ad oggi, è la più preparata, seguita da Nuova Zelanda, Svezia, Finlandia e Danimarca. La più vulnerabile è il Ciad, seguito dal Burundi, l’Eritrea, la Repubblica Centrafricana e la Repubblica Democratica del Congo. Colpisce il fatto che le nazioni più in pericolo siano le stesse che già da anni soffrono per gravi siccità, mancanza di infrastrutture e instabilità politica ed energetica, mentre i “civilissimi” Paesi dell’Europa del Nord siano ai primi posti.
E l’Italia? Il nostro Paese si trova al 30mo posto, dopo Portogallo e prima della Lituania e della Federazione russa, mentre ad esempio Stati Uniti, Australia e Canada sono ai primi posti, nonostante siano quelli con i più alti livelli di emissione di CO2 registrati. L’indice sottolinea come i Paesi più poveri e che nel tempo hanno meno contribuito alle emissioni di gas serra, saranno anche quelli più colpiti.
L’ND-Gain inoltre è composto da due sottosezioni, calcolate separatamente. L’indice di vulnerabilità (che considera settori come acqua, cibo, infrastrutture, salute e habitat) e l’indice di preparazione(che considera le politiche di adattamento, l’economia, l’efficienza nella mitigazione). Nella prima categoria è l’Australia ad essere la più esposta, seguita da Canada e Regno Unito, mentre nella seconda al primo posto ci sono ancora Danimarca, Svezia e Finlandia. L’Italia è rispettivamente 23ma e 37ma, segno che è necessario quanto prima adottare serie politiche di resilienza e adattamento.