Intervista ad Antonio Piva, presidente CremonaFiere Spa, location di BioenergyItaly
16/09/2013
- Simona Mingolla
L’energia rinnovabile è sempre più concreta alternativa alle fonti tradizionali. Secondo le previsioni di Iea (International energy agency), organizzazione energetica autonoma che lavora sullo sviluppo delle energie rinnovabili (energia sicura, sviluppo economico, consapevolezza ambientale) nelle sue 28 nazioni membri, nel 2016 la produzione di energia da fonti rinnovabili avrà superato quella da gas e sorpasserà quella da fonte nucleare. Le previsioni della ricerca (Medium TermRenewable Energy Market Report) si estendono fino al 2018 quando la green energy aumenterà del 40%, a fronte di circa il 20% raggiunto nel 2011.
La quota derivante da eolico, solare, biomasse, geotermico raddoppierà raggiungendo l’8% nel 2018, a fronte del 4% registrato nel 2011 e addirittura il 2% nel 2006. L’agricoltura e le sue enormi potenzialità in ambito energetico sono parte sempre più crescente di un settore in piena dinamica e sempre più consapevole delle nuove opportunità di business. L’interesse e la volontà degli attori del settore delle rinnovabili di esplorare i nuovi orizzonti è emerso con tutta la sua forza anche nell’ultima edizione di BioenergyItaly, il più importante salone nazionale delle fonti rinnovabili di energia svoltosi la scorsa primavera alla Fiera di Cremona, sita nel più grande e importante distretto italiano per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Infatti, secondo gli ultimi dati del CRPA, gli impianti a biogas agricolo in Italia a fine 2012 sono 994 per una potenza installata di 750 MW: di questi, il 52% si trova in Lombardia ed Emilia Romagna. Anche per quanto riguarda il fotovoltaico, la Pianura Padana è l’area più vocata in Italia: dei 478.331 impianti installati nel nostro Paese, il 25% si trova tra Lombardia ed Emilia Romagna (fonte: GSE).
A BioenergyItaly quest’anno erano presenti oltre 149 marchi da tutta Europa, ognuno dei quali ha portato la sua proposta per la produzione di energia da fonti rinnovabili in un fitto calendario di appuntamenti che ha messo in evidenza le tante soluzioni all’avanguardia per la sviluppo del settore e si sono registrati circa 10.000 visitatori. Come ha commentato il presidente di CremonaFiere, Antonio Piva: “Fino ad oggi era importante soprattutto capire i sistemi produttivi nel settore delle rinnovabili, ma ora bisogna andare oltre: è necessario fornire strumenti tecnici e scientifici che consentano di ottimizzare la produzione e la gestione dell’energia, e soprattutto sperimentare per trovare soluzioni sempre più efficienti. Per ciò da quest’anno abbiamo proposto per primi temi di grande attualità come la costituzione delle smartgrid (le reti intelligenti di gestione dell’energia), l’utilizzo degli scarti dell’industria alimentare nei settori della farmaceutica e della cosmesi, o la produzione di energia da pollina”. Eco-news ha sentito il presidente Piva per conoscere tendenze e scenari futuri percepiti alla luce della suddetta manifestazione.
Cosa è cambiato dalla prima edizione del 2010 ad oggi in termini di interessi degli espositori e dei visitatori e quali sono stati i fattori che principalmente hanno determinato questo cambiamento in merito alle fonti rinnovabili?
BioenergyItaly si è certamente evoluta in questi anni d’altronde non potrebbe essere altrimenti: il settore delle fonti rinnovabili di energia è in continuo fermento sia dal punto di vista delle tecnologie, sia sotto l’aspetto normativo. Soprattutto con i contenuti della manifestazione abbiamo cercato di proporre stimoli sempre nuovi e soprattutto utili per il lavoro degli operatori professionali i risultati positivi degli ultimi anni ci confermano che abbiamo centrato l’obiettivo.
Dal punto di vista degli organizzatori, quali obiettivi primari ci si è posti in queste edizioni? Sono stati raggiunti?
Il nostro obiettivo principale è fornire agli operatori del settore uno strumento di lavoro concreto. Possiamo dire di averlo raggiunto pienamente, soprattutto perché a Cremona si incontra la gente giusta per sviluppare nuovo business e trovare nuove strade commerciali in Italia e all’estero.
In base ai dati e alle impressioni raccolti da espositori, visitatori e media, cosa se ne può dedurre per quanto riguarda gli scenari futuri delle bio-energie nel nostro Paese e coe ci “posizioniamo” in termini di sviluppo ed utilizzo rispetto agli altri Paesi dell’UE?
L’Italia si è sviluppata enormemente negli ultimi anni in questo settore, tanto che è posizionata ai primissimi posti mondiali per investimenti in fonti rinnovabili di energia. Certo, la Germania, leader europea, ci è ancora davanti, ma possiamo certamente dire di avere raggiunto un ottimo livello sia per il numero che per la qualità degli impianti realizzati. Il futuro del settore è ancora per molti versi legato agli incentivi per la realizzazione degli impianti, ma ci sono ampi margini di sviluppo: si pensi, per esempio, allo sfruttamento dei sottoprodotti dell’industria alimentare per produrre energia che è uno dei temi fondamentali anche in BioenergyItaly.
Avete già annunciato le date del prossimo appuntamento: quali ne saranno le novità, i punti di forza e il live motive?
BioenergyItaly si svolgerà dal 5 al 7 marzo 2014 e abbiamo già impostato un ricco programma di appuntamenti studiati insieme ai nostri partner di DLG International, la società tedesca per l’agricoltura. Tra i temi della prossima edizione ci saranno sicuramente lo sfruttamento degli scarti dell’industria alimentare, l’uso sostenibile di colture dedicate, le smartgrid, l’offerta formativa e le opportunità professionali, lo sfruttamento della pollina, gli impianti di piccole dimensioni e molto altro ancora. Consiglio agli operatori professionali di monitorare il sito www.bioenergyitaly.com per tenersi sempre aggiornati sulle novità della manifestazione.