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L’eco-professione più gettonata? Il risk manager ambientale

È tra i green jobs più richiesti dal mercato nel 2016 e al Politecnico di Milano sta per prendere il via un master Cineas per i professionisti della gestione del rischio ambientale.

Imprese sempre più consapevoli in materia di ambiente. Cresce infatti la domanda di Risk Manager ambientali che, secondo GreenItaly 2016 – il rapporto realizzato da Unioncamere e Fondazione Symbola, è uno dei green jobs più richiesti nell’ultimo anno.

Ma quali sono i compiti di un professionista della gestione del rischio ambientale?

 E’ specializzato nell’identificare le potenziali fonti inquinanti, mappare i processi e le strumentazioni utilizzate in azienda individuando le modalità di prevenzione e controllo dei rischi e in base ai risultati di tali analisi, delinea gli scenari di vulnerabilità nel caso in cui accada un incidente, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto di un eventuale incidente sul business aziendale nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza.

Per svolgere questo ruolo sono fondamentali la formazione tecnica e le conoscenze approfondite dei prodotti specifici disponibili nel panorama assicurativo, cui si aggiunge un aggiornamento continuo sugli aspetti giuridici. Proprio per questo è nato il master in Enviromental risk assessment and management di Cineas(Consorzio universitario non profit, fondato dal Politecnico di Milano nel 1987, e scuola di formazione manageriale), giunto alla 10° edizione, che si svilupperà in 80 ore e approfondirà le diverse tipologie di rischio ambientale (suolo, aria e acqua), affrontando i profili giuridici, illustrando le principali coperture assicurative e proponendo una rassegna delle tecniche di bonifica, con una serie di casi pratici ed esemplificativi.

Gli incidenti industriali con conseguenze sull’ambiente – spiega Giovanni Faglia, coordinatore del master – sono una reale minaccia per le imprese, in quanto, non solo creano un danno economico immediato dovuto al deterioramento dei beni aziendali (impianti e strutture), ma compromettono anche la capacità produttiva e l’immagine dell’azienda sul lungo periodo”. Faglia ricorda l’incidente della raffineria Iplom, avvenuto lo scorso anno, in cui in seguito della rottura di una tubazione dell’oleodotto, si è verificato lo sversamento di migliaia di litri di greggio nel fiume Polcevera, con conseguenze ambientali importanti e ripercussioni giuridiche tutt’ora aperte. “Risk management e impatto ambientale – ha affermato il Direttore Competitività Territoriale Ambiente ed Energia di Assolombarda, Vittorio Biondi – sono temi centrali nella gestione aziendale per la competitività delle imprese”.

Nel campo dei green jobs la Lombardia ha il più alto numero di imprese eco-investitrici, circa 70.000, quasi un quinto del totale nazionale, inoltre la regione è in testa sul numero di assunzioni nel settore green (27,6%).

A livello nazionale, le assunzioni che hanno riguardato i lavori verdi previste dalle imprese nel 2016 sono pari al 12,9% del totale, cui si affianca il 31,6% di figure (non green jobs) alle quali sono richieste competenze green. In termini assoluti, si tratta di 72.300 assunzioni green e di 176.800 assunzioni associate alla richiesta di competenze green; nel loro insieme raggiungono quota 249.100 e costituiscono ben il 44,5% della domanda di lavoro.

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