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Paesaggi terrazzati, tra ricchezza e criticità***

L’abbandono dell’agricoltura nel secondo dopoguerra ha esposto queste aree all’erosione. Così, prima garantivano la protezione dei versanti, mentre ora vengono travolte dal dissesto idrogeologico. Se ne parlerà durante il terzo incontro mondiale sul tema, che si tiene in varie parti d’Italia fino al 15 ottobre

06/10/2016

Veronica Ulivieri

Sui monti liguri, dal secondo dopoguerra un equilibrio si è rotto. L’abbandono dei terrazzamenti, che nei secoli scorsi avevano trasformato il territorio garantendo la protezione dei versanti dall’erosione e la regimazione delle acque, ha fatto saltare un sistema secolare di gestione del paesaggio.

Meno contadini ha significato meno presidio delle aree terrazzate e dunque meno manutenzione. “Se nessuno cura più i muri a secco e le piante coltivate, la natura si riappropria di questi territori. Così si innescano l’erosione e il dissesto idrogeologico, spiega Gerardo Brancucci, docente alla facoltà di Architettura dell’università di Genova.In Liguria ci sono almeno 40 mila km mal contati -una mappatura vera e propria ancora manca – di muri a secco, in gran parte lasciati a se stessi. “Bisognerebbe chiedersi da dove viene il materiale che arriva a valle con le alluvioni. Pietre, alberi, terra che dai terreni terrazzati franano verso il basso”.

E purtroppo l’erosione non è l’unico male. “Molti paesaggi terrazzati rimangono abbandonati o si trovano a fronteggiare rischi di crollo, banalizzazione, urbanizzazione pervasiva, perdita del loro sapere intangibile e del patrimonio spirituale che ad essi si connette”, spiegano dalla sezione italiana dell’Alleanza mondiale per i paesaggi terrazzati, organizzatrice del terzo incontro globale sul temache si tiene fino al 15 ottobre 2016 in diverse zone d’Italia (dal Trentino alla Valpolicella, da Ischia a Pantelleria).L’obiettivo non è solo denunciare lo stato di salute in genere poco buono di queste aree, ma anche promuovere la loro valorizzazione e il loro recupero. 

“Prendersi cura dei paesaggi terrazzati significa riconoscere il fatto che essipossono rispondere in modo concreto a richieste contemporanee e diverse, come la conservazione del valore storico e culturale, l’esplicazione di funzioni ambientali e idrogeologiche, il miglioramento della qualità della vita attraverso produzioni agroalimentari di qualità, il senso di appartenenza, lo sviluppo sostenibile”, continuano gli organizzatori.Una sessione dell’incontro si terrà in Liguria dal 6 all’8 ottobre, tra Chiavari, Lavagna e Vernazza.

Qui, il primo passo necessario sarebbe la realizzazione di una vera mappatura, perché al momento, spiega Brancucci,“l’ampiezza dei paesaggi terrazzati è sottostimata, così come sottovalutati sono i rischi legati alla mancata manutenzione”. Da lì potrebbero partire interventi di recupero agricolo nelle aree di maggior pregio, e di gestione dei rischi in quelle più disagiate.

Purtroppo però le istituzioni, continua il professore dell’università di Genova, non sembrano del tutto consapevoli dell’importanza di azioni del genere. “La Regione Liguria, per esempio, ha di recente stanziato 4 milioni di euro per il recupero dei muri a secco, ma il bando contiene delle criticità forti. Al posto della distribuzione di fondi a pioggia prevista dall’amministrazione regionale, sarebbero stati più efficaci interventi mirati”.

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