Il progetto, vincitore del bando Linfas sull’agricoltura sostenibile lanciato l’anno scorso da fondazione Accenture e fondazione Collegio delle università milanesi, è in fase di sviluppo grazie al premio di 30mila euro.
28/04/2014
Veronica Ulivieri
Agricoltori smart, in grado di gestire con attenzione l’utilizzo dell’acqua grazie ad applicazioni mobili e dati rilevati da sensori. Detto così sembra un miraggio, ma un gruppo di ricercatori provenienti da Università e Politecnico di Milano, insieme a un docente di Ingegneria agraria, sta lavorando al progetto RISPArMiA (RIduzione degli SPrechi di Acqua mediante il Monitoraggio continuo di parametri Agroambientali) per far diventare il sogno realtà. Lo spunto, spiega Daniele Masseroni, assegnista di ricerca e coordinatore de progetto, è venuto “dal contesto in cui sono nato, a Cremona. Nella Pianura Padana l’acqua non è mai mancata e si usano tecniche di irrigazione a scorrimento, senza porsi il problema dei consumi idrici. Di fronte però a un futuro di minore disponibilità d’acqua a causa dei cambiamenti climatici, bisogna adottare sistemi e metodologie per un uso più oculato”.
Il sistema ideato da Masseroni insieme alla collega Arianna Facchi e al professore Claudio Gandolfi, tutti dell’università di Milano, con il contributo di Edoardo Vannutelli e Filippo Renga del Laboratorio Mobile del Politecnico, punta a cambiare il rapporto degli agricoltori con le risorse idriche in modo graduale, attraverso un dispositivo economico e alla portata di tutti. Attraverso l’istallazione di un sensore tensiometrico all’interno del campo coltivato, si monitora con continuità il potenziale idrico del suolo.
I dati vengono immagazzinati ed elaborati per tradurli in consigli pratici sull’irrigazione. Informazioni che gli agricoltori potranno vedere direttamente sul proprio smartphone. “In questo modo, si evita di irrigare quando il campo non ne ha bisogno”. Grazie all’uso di Arduino, sistema di open hardware, e di sensori low cost, si potranno abbattere notevolmente i costi di realizzazione dell’impianto, che saranno circa un decimo rispetto a quelli previsti per applicazioni simili attualmente in commercio.
Il progetto, vincitore del bando Linfas sull’agricoltura sostenibile lanciato l’anno scorso da fondazione Accenture e fondazione Collegio delle università milanesi, è in fase di sviluppo grazie al premio di 30mila euro. “Stiamo lavorando ai prototipi, che saranno poi testati sulle coltivazioni di pesco e di mais. Le applicazioni sono tantissime e comprendono anche la vite”, conclude Masseroni. La qualità del vino, infatti, dipende molto anche dall’irrigazione e l’equazione più innovazione = meno consumo di acqua sembra più vicina.