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A Expo 2015, il “muscolo vegetale” made in Italy***

Dalla Calabria arrivano capicollo, ‘nduja e soppressate a base di frumento
  • Simona Mingolla

Sembra inverosimile, quasi una “bufala”, ma ad Expo 2015 dalla Calabria, terra nota per la lavorazione di carni suine destinate alla produzione di capicollo, ‘nduja e soppressata, arriva l’esclusivo ed unico “Muscolo di grano”. Sosteneva Jeremy Rifkin: “Eliminando la carne dalla dieta umana la nostra specie può compiere un significativo passo in avanti verso una nuova consapevolezza, che contempli uno spirito di comunione con i bovini e, per estensione, con le altre creature viventi con cui condividiamo il pianeta“.

In quest’ottica, ma anche perché affetto da ipertensione e diabete mellito, si è mosso Enzo Marascio, di Isca Marina (provincia di Catanzaro) per individuare alimenti con un buon valore proteico che gli permettessero di fare a meno di farmaci grazie ad una sana e corretta alimentazione. Sperimentò il seitan (un alimento che si ricava dal glutine del grano tenero, o dal farro, oppure dal khorasan) che, con l’aiuto della moglie Marisa iniziò a prepararsi in casa, ma che non lo soddisfaceva sia come nutrimento, sia come gusto. Così cominciò a speziarlo e, per renderlo più nutriente, aggiunse le lenticchie migliorandolo notevolmente. Oggi, dopo molti anni di lavoro, “Muscolo di Grano” non ha davvero niente da invidiare a prosciutti e mortadelle: viene preparato artigianalmente, utilizzando buon grano italiano (Senatore Cappelli) e farina di lenticchie, sapientemente combinati con gli aromi, le spezie, le erbe e i fiori del Mediterraneo, fino ad ottenere un prodotto con valori proteici più elevati di Seitan e Tofu. “Non c’è nulla di segreto – precisa Marascio – è un procedimento del tutto personale con cui realizzo rollé, prosciutti, bistecche, anche nduja e soppressate”: a seconda della carne vegetale da produrre, lui cambia la struttura del suo impasto. Il “Muscolo di grano” in mostra a Expo 2015, con le altre eccellenze della Calabria, sarà spunto per molte riflessioni sull’alimentazione vegana e vegetariana, sulle questioni relative alla coltivazione del grano di taglia ridotta (“nanizzato”) e le sue mutazioni genetiche, sul problema della celiachia e, in generale, della fame del mondo. Enzo Marascio ha dichiarato di voler offrire con la sua invenzione un contributo per combattere la fame nel mondo, oltre che migliorare la qualità dell’alimentazione grazie ad un cibo privo di colesterolo e ad alto contenuto di fibre e proteine. Senza parlare dei costi che sono minimi: infatti, le materie prime per produrre 1 kg di carne da agricoltura costa meno di 1 euro e per ciò l’imprenditore calabrese è intenzionato a consegnare il suo brevetto alla Fao.

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