Un bambino può sprecare fino a 17 kg di cibo all’anno: nelle mense un quarto dei pasti va nella pattumiera. Il programma Skool dell’associazione Ifwc punta a coinvolgere, oltre agli studenti, tutti gli alti attori della filiera. Dai cuochi agli insegnanti
Nelle mense scolastiche, circa un quarto del pasto finisce nella pattumiera: ogni anno un bambino può arrivare a sprecare 17 chili di cibo. Se si considera che la lotta allo spreco alimentare passa necessariamente attraverso la sensibilizzazione degli adulti di domani, il ruolo degli studenti è chiaro: educarli a non buttare via cibo è un buon modo non solo per azzerare sprechi in mensa, ma anche per arginare il fenomeno a livello molto più ampio. “Abbiamo scelto di dedicare il nostro sforzo iniziale alle scuole in virtù del fatto che i bambini rappresentano il futuro e sono i soggetti migliori su cui puntare per attuare dei cambiamenti”, spiega il presidente della International food waste coalition Damien Verdier.
L’associazione, fondata l’anno scorso dal Wwf insieme a un gruppo di grandi aziende private del settore alimentare (Ardo, McCain, PepsiCo, SCA, Sodexo, Unilever Food Solutions), rappresenta per copertura geografica la più grande entità nel settore dei servizi di ristorazione. E ha iniziato la sua attività di lotta al cibo che diventa rifiuto proprio dalle cucine e dai refettori scolastici europei. Il programma Skool, che dal prossimo anno sarà esteso a tutto il vecchio continente, è partito con una fase pilota coinvolgendo sei scuole in Francia, Italia e Regno Unito tra gennaio e luglio 2016. Con un approccio che però non si limita solo all’educazione dei bambini, ma include tutti coloro che con le loro azioni possono contribuire a mense a spreco zero: “Oltre a fornire ai bambini le conoscenze necessarie e consigli utili per ridurre gli sprechi, Ifwc desidera inoltre mettere a disposizione degli attori che operano all’interno della catena di valore, degli insegnanti e del personale del servizio di ristorazione, appositi pacchetti per l’attuazione delle misure di riduzione degli sprechi lungo l’intera filiera”, spiegano dall’associazione. Così, nelle cucine e nei refettori si sono monitorate le quantità di cibo buttato, e ci sono state azioni di sensibilizzazione sia per i cuochi, sia per gli studenti e i genitori. I primi risultati sono incoraggianti: “In sei mesi sono stati coinvolti nell’iniziativa quasi 2.800 bambini e ragazzi e 5.000 familiari. Le scuole partecipanti hanno raggiunto nel complesso una riduzione media dello spreco alimentare del 12%, il che significa aver evitato 2,5 tonnellate di cibo sprecato e quasi 5 tonnellate di emissioni di CO2 in meno”. A livello economico, il risparmio è stato di 6.300 euro.
Su circa 114 tonnellate di cibo per 286.100 pasti serviti dalle cucine monitorate durante la prima fase di Skool, si è registrato uno spreco di oltre 14 tonnellate, l’equivalente in acqua di 10 piscine olimpioniche. Oggi in Europa finiscono nella pattumiera ogni anno circa 88 milioni di tonnellate di cibo, con costi che superano i 140 miliardi di euro. “Un quarto del cibo sprecato a livello globale sarebbe sufficiente a sfamare 870 milioni di persone, ovvero il 12% dell’attuale popolazione mondiale. Le implicazioni etiche, economiche ed ambientali dello spreco alimentare evidenziano la necessità sempre più pressante che il settore agisca in merito”, spiegano i responsabili di Ifwc.
- Veronica Ulivieri