Spagna, Francia e Germania scommettono sull’Esposizione Universale, Gran Bretagna e Paesi Nordici non pervenuti
- Laura Di Rubbo
Paesi Europei ad Expo 2015, tra assenti e virtuosi. Mancano poco meno di 24 mesi all’evento che da oltre due secoli raccoglie in un’unica grande e universale esposizione le invenzioni, la cultura, le società e la diversità del pianeta: l’Expo.
Dal primo Expo di Londra nel 1851 all’ultimo di Shanghai nel 2010, l’umanità ha fatto passi da gigante nella propria evoluzione: una crescita esponenziale a cui da alcuni anni si guarda con preoccupazione per le ricadute negative sul benessere del pianeta e degli esseri che lo abitano.
Proprio per questa ragione le ultime edizioni dell’Expo, pur nelle diversità tematiche, sono state unite da un unico fil rouge: il rapporto uomo – natura. Se nel 2005 in Giappone il tema è stato “la saggezza della Natura”, a Shanghai l’attenzione è stata volta allo sviluppo urbano, con il tema “better city, better life”.
Milano si appresta a ospitare una nuova esposizione che, pur affrontando un tema diverso dai precedenti, si avvale di quei concetti di valorizzazione del territorio, rimodellamento della città e della comunità urana che hanno segnato il carattere specifico di Shanghai 2010, interpretando il tema “cibo per nutrire il pianeta, energie per la vita” attraverso il concetto di sostenibilità.
Come affronteranno il tema dell’alimentazione e dell’energia i 128 Paesi e organizzazioni che hanno aderito all’Expo di Milano? E come si stanno muovendo i vicini europei per arrivare pronti all’Expo che manca dal Vecchio Continente da 15 anni?
Dando uno sguardo alla lista dei Paesi europei che hanno già aderito, salta all’occhio l’assenza di alcuni importanti Paesi, prima tra tutti la Gran Bretagna, seguita a ruota dai Paesi nordici (Danimarca, Svezia e Norvegia) e da Grecia e Malta.
Queste assenze rappresentano solo dei semplici ritardi nella formalizzazione della partecipazione o nascondono un disinteresse verso la manifestazione? O si tratta di una valutazione economica sui reali benefici di una partecipazione “vicino a casa”, preferendo magari dirottare fondi su mercati emergenti ed eventi alternativi, proprio come un’azienda privata farebbe con la propria campagna di comunicazione? Rientrerebbe in quest’ultima ipotesi la Polonia che, il 23 maggio scorso per bocca del proprio Ministro dell’Economia, ha escluso la partecipazione all’Expo 2015, ufficialmente per ragioni di budget.
La nota ufficiale spiega che il costo della partecipazione a Milano 2015 sarebbe stimato in 40 milioni di zloty, circa 9 milioni e mezzo di euro. Una cifra al di sopra del budget del dipartimento che avrebbe dovuto erogarle. Una scelta che non ha mancato di suscitare polemiche nel mondo dell’imprenditoria.
L’edizione polacca di Forbes ha riportato una dichiarazione particolarmente dura rilasciata da Katarzyna Urbaska, direttore del dipartimento legale di Lewiatan, l’organizzazione che rappresenta i datori di lavoro privati: “Sappiamo da tempo che la promozione economica non rappresenta una priorità per il nostro esecutivo”.
Prima della Polonia anche la Spagna. Nel novembre del 2012, quando il governo Monti dava già segni di crisi, il Paese iberico inviò una delegazione per sincerarsi dell’andamento dei lavori a Milano e della stabilità politica ed economica nel dopo-Monti, insomma per valutare se fosse il caso di investire tutti quei soldi nell’evento italiano. La delegazione tornò a casa rassicurata e la Spagna ha confermato la partecipazione precedentemente annunciata.
A parte questi due casi isolati, la maggior parte degli Stati europei si sta attrezzando per presentarsi al meglio all’evento di Milano. Le attenzioni sono tutte rivolte alla realizzazione dei vari padiglioni espositivi e a come comunicare il tema dell’Expo attraverso le strutture concettuali dell’architettura. La Francia, che nella sua storia ha ospitato innumerevoli Expo, proporrà per l’occasione un padiglione costituito da tre blocchi cubici rappresentati i concetti rivoluzionari di libertà, fraternità e uguaglianza che, secondo gli ideatori, rappresentano le soluzioni ai problemi del pianeta e dei suoi abitanti.
I tre padiglioni ospiteranno un auditorium e tre aree ristorante, dove verranno allestiti i prodotti tipici provenienti dalle sette più importanti regioni francesi. L’area esposizione del padiglione sarà allestita con circuiti multimediali, lo scopo è quello di far percorrere al visitatore una serie di percorsi in linea con le problematiche correlate alla tematica dell’Expo.
Più pragmatica la locomotiva d’Europa, la Germania. Forte del suo ruolo nell’ambito delle energie rinnovabili, ha deciso di puntare a rafforzare il ruolo mondiale di leader nella produzione di tecnologie green, incentrando padiglione, eventi e comunicazione proprio su questo tema.
“In qualità di pioniere nel campo della protezione dell’ambiente e della transizione verso l’uso delle energie rinnovabili, e consapevole delle forze della natura come fonti importanti del nostro cibo, il padiglione della Germania metterà in evidenza la performance economica e la competenza del nostro Paese nella ricerca di soluzioni al problema energetico”, ha dichiarato Dietmar Schmitz, capo della commissione generale del padiglione tedesco, aggiungendo che il governo tedesco è particolarmente interessato a utilizzare l’Expo per presentare una panoramica delle innovazioni made in Germany più recenti in ambito di energie sostenibili.
Vista l’importanza del tema trattato, non poteva non mancare a Expo 2015 l’organo che rappresenta il governo dell’Unione Europea: la Commissione Europea, presieduta da Jose Manuel Barroso. “È importante che l’Europa sia rappresentata nel suo insieme, ha dichiarato Barroso. L’organo esecutivo dell’Unione ha scelto di esserci, motivato dalla forza e dall’attualità del tema proposto, Nutrire il pianeta, Energia per la vita, che si inserisce perfettamente nel contesto della strategia Europa 2020”.
La Commissione apporterà tutta la sua competenza in ambiti sui quali le istituzioni europee lavorano da tempo: l’agricoltura del futuro, il diritto al cibo sicuro, la cooperazione tra Nord e Sud del mondo, l’acqua come bene comune. Propri all’acqua e alla sua importanza per la sopravvivenza di tutto il pianeta sarà invece dedicato il padiglione della Repubblica Ceca.
Il Paese ha infatti maturato negli anni un’importante esperienza nei campi della gestione idrica, della depurazione, della chimica organica e della nanotecnologia. Il padiglione ceco, già ribattezzato “laboratorio della ita”, valorizzerà uno dei prodotti tradizionali della manifattura ceca, il vetro, lavorato in maniera ecologica grazie a tecnologie a basso consumo.