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Rinnovabili: l’esperimento dell’impianto partecipato di Villach***

In Carinzia, i cittadini possono comprarsi un pannello solare. Sarà di loro proprietà per 12 anni, in cambio riceveranno gli interessi del 3%

Per la sua attenzione all’ambiente montano, nel 1997 è stata la prima “Città alpina dell’anno”, e oggi l’80% del suo fabbisogno energetico viene coperto con le rinnovabili. Villach, seconda città della Carinzia, in Austria, si è avviata da tempo sulla strada della sostenibilità e oggi ospita un interessante esperimento di partecipazione dei cittadini alla produzione di energia verde. Tutto nasce da una collaborazione tra il Comune di Villach e la società Kelag, uno dei principali produttori di energia in Austria. Dal 2014, su una collinetta situata nella zona industriale della città, 2.180 pannelli solari producono elettricità per circa 150 famiglie. “La città ha reso disponibile lo spazio, noi abbiamo sostenuto tutti i costi per l’impianto e i possibili rischi. L’investimento totale è stato di circa 1 milione di euro”, raccontano ai piedi della collina i responsabili dell’azienda.

Di storie come questa, certo, ce ne sono tante. E infatti la particolarità dell’esperienza di Villach sta altrove, nel coinvolgimento dei cittadini. “A ognuno abbiamo dato la possibilità di acquistare il proprio pannello. Il costo è di 500 euro, investimento che rende il 3% l’anno per 12 anni”. In questo tempo, “Kelag sosterrà tutti i costi di manutenzione e al termine del periodo ricomprerà dai privati i pannelli allo stesso prezzo. A quel punto verificheremo lo stato delle celle e decideremo se ripetere l’esperienza”.

Possono partecipare tutti, e non c’è bisogno di essere clienti del fornitore di energia per acquistare le celle fotovoltaiche, che non vengono dalla Cina, ma direttamente dalla regione carinziana. Gli interessi arrivano direttamente sul conto corrente.

Al momento, le persone che hanno deciso di acquistare un piccolo pezzo dell’impianto sono 150, più o meno lo stesso numero di abitazioni che può alimentare. Un’iniziativa che da una parte fa affluire certo liquidità nelle casse dell’impresa, ma dall’altra fa sentire i cittadini partecipi di un progetto che, riducendo le emissioni legate alla produzione di energia, ha effetti positivi su tutta la collettività. “Grazie a questa iniziativa abbiamo migliorato l’accettazione di questi impianti da parte delle persone”, spiegano ancora dall’azienda.

Un esperimento che ha attirato anche l’attenzione della Convenzione delle Alpi, il trattato internazionale sottoscritto da otto Paesi alpini più l’Ue per lo sviluppo sostenibile delle Alpi. Il segretariato permanente sta lavorando insieme alla presidenza tedesca a un rapporto sulla green economy nell’arco alpino che sarà pubblicato ad ottobre e in cui le energie rinnovabili avranno un posto particolare. In questo ambito l’Austria può essere in molti casi un esempio: la stessa Kelag, pur avendo tra i propri soci la società tedesca Rwe, impegnata anche nel settore nucleare, produce solo energia elettrica da fonti rinnovabili. Possiede 71 centrali idroelettriche, 5 impianti eolici e 10 fotovoltaici. 

  • Veronica Ulivieri
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