Arrivano illegalmente dal Sud del mondo o dall’Est Europa. Nel 2013 il fenomeno è cresciuto del 10% e riguarda anche gli animali domestici
“Due macachi sono stati scoperti nell’abitazione di un cittadino tunisino a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, dalla Guardia di finanza e dagli uomini del Corpo forestale che li hanno sequestrati. I due animali erano tenuti dentro piccole gabbie e in cattive condizioni igienico-sanitarie. L’uomo, un 57enne, è stato denunciato alla procura di Marsala per maltrattamento, importazione e detenzione illegale di specie protetta dalla convenzione di Washington. Gli animali, di 3 e 6 mesi, sono stati affidati a una struttura idonea al recupero della fauna selvatica ed esotica”. Dietro il linguaggio piano della notizia battuta lo scorso 2 ottobre dall’agenzia La Presse – e non si tratta purtroppo di una storia isolata – si nasconde il grave problema del traffico di animali e vegetali esotici a rischio estinzione. Un commercio illegale che vale a livello mondiale 53 miliardi di dollari, quarto dopo quelli di droga, armi ed esseri umani.
Secondo il rapporto Zoomafia 2014, realizzato dalla LAV su dati forniti dalle procure italiane, nel 2013 “si è registrato un aumento del 10%, rispetto all’anno precedente, del commercio e della detenzione illegale delle specie protette e tutelate dalla CITES”. Ossia proprio la convenzione di Washington, che oggi conta 181 firmatari e ha lo scopo di proteggere 30.00 specie tra piante e animali. Il vero problema, spiega Andrea Brutti dell’ufficio Fauna selvatica di ENPA, “non sono le norme, ma la facilità con cui vengono aggirate. Servono più controlli”. Gli animali selvatici entrano nei nostri confini attraverso le isole, i grandi scali aeroportuali o i porti, ma in molti casi, continua Brutti, “i traffici internazionali gestiti dalla malavita utilizzano come punto di arrivo Paesi in cui i controlli sono più blandi, per esempio gli stati dell’Est Europa. Poi gli animali vengono portati in Italia a bordo di auto, nascosti nel bagagliaio”.
E in auto, eludendo i controlli alle frontiere, arrivano in Italia anche gran parte degli animali domestici vittime di traffici illegali. “Nei Paesi di origine i cuccioli vengono comprati per pochi euro, spesso arrivano ammalati e accompagnati da falsi pedigree e da documentazione contraffatta. La regia del business fa capo a gruppi organizzati che importano gli animali e li smerciano attraverso venditori compiacenti: sono circa 2.000 i cani che ogni settimana vengono importati in Italia. Tenendo presente solo i casi che abbiamo seguito – ma in realtà sono più numerosi -, sono 670 circa i cuccioli sequestrati (dal valore complessivo di circa 530mila euro) e 77 le persone denunciate nel 2013. Tra le persone denunciate nel nostro Paese l’anno scorso ci sono non solo italiani, ma anche slovacchi, rumeni, spagnoli, marocchini, serbi”, spiegano ancora dalla LAV.
Animali, esotici e domestici, per i quali la vita poi non è mai semplice: “Cani e gatti vengono spesso tolti alla mamma troppo presto, e hanno un alto rischio di sviluppare problemi di salute e comportamentali. Molti muoiono da piccoli”,aggiunge Brutti. Gli animali selvatici “sono strappati al loro ambiente naturale e subiscono per questo gravi shock. Spesso vengono affidati a centri di accoglienza e recupero, mentre il loro reinserimento in natura è sempre molto difficile”.
Come difendersi? Diffidare di annunci on line a basso prezzo e rivolgersi ad allevamenti adeguati, che possano fornire tutte le garanzie. Per ENPA comunque è sempre bene preferire l’adozione: “Gattili e canili sono pieni di animali in attesa di qualcuno che voglia prendersi cura di loro”.
Veronica Ulivieri