A Roma 450 tra i maggiori esperti mondiali di fusione. In gioco la conquista di un progetto Ue da 500 milioni di euro per realizzare in Italia una macchina sperimentale
Fino al 3 giugno 450 fra i maggiori scienziati ed esperti a livello mondiale nella ricerca sulla fusione nucleare discuteranno dei progressi e delle novità più rilevanti nel percorso per riprodurre i meccanismi dell’energia delle stelle e garantire una fonte inesauribile, sicura e pulita, in grado di soddisfare consumi energetici in costante crescita.
L’evento è organizzato dall’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, leader nella gigantesca sfida della fusione che vede l’Italia in prima fila nei programmi internazionali ITER, DEMO, Broader Approach e nell’agenzia Ue Fusion for Energy (F4E).
Il Centro Ricerche ENEA di Frascati, polo di eccellenza mondiale visitato anche da Bill Gates, è coordinatore nazionale per il progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), la macchina per la fusione in via di realizzazione in Francia, a Cadarache. Le ricadute scientifiche ed economiche sono di grande rilievo: ad oggi oltre 1 miliardo di euro per le imprese italiane che realizzano i componenti (tra cui Ansaldo Nucleare, ASG Superconductors, Walter Tosto e SIMIC): si tratta di quasi il 60% del valore delle commesse europee per la produzione della componentistica ad alta tecnologia. E l’obiettivo è di generare nuovi contratti per altre centinaia di milioni di euro nei prossimi 5 anni.
Ma la vera sfida che il nostro Paese sta cercando di giocare è di conquistare un progetto Ue da 500 milioni di euro per realizzare in Italia una macchina sperimentale, il Divertor Test Tokamak (DTT), per fornire risposte scientifiche, tecniche e tecnologiche cruciali nel settore delle fonti energetiche innovativeche ENEA svilupperebbein collaborazione con CNR, INFN, CREATE (Consorzio di Ricerca per l’Energia, l’Automazione e le Tecnologie dell’Elettromagnetismo) e molte tra le più prestigiose Università italiane.
Il governo italiano ha incluso il progetto, pietra miliare nella road map verso la fusione nucleare, fra le iniziative da finanziare con i fondi per la competitività recentemente attivati dal “Piano Junker”. “Il DTT made in Italy – spiega Aldo Pizzuto, Direttore del Dipartimento Fusione dell’ENEA – sarebbe uno dei laboratori scientifici tra i più importanti al mondo dopo quello per ITER; coinvolgerà oltre 250 tra ricercatori e tecnici e darà impulso all’industria nazionale con impatti significativi sia dal punto di vista occupazionale che di competitività”.
La tecnologia del DTT made in Italy sarebbe la stessa utilizzata per ITER, ma con in più la possibilità di effettuare test con materiali avanzati, utilizzando una tecnica brevettata dall’ENEA. L’obiettivo è di sperimentare soluzioni innovative destinate a risolvere una delle maggiori criticità del processo di fusione, ovvero lo smaltimento dell’energia nei reattori a fusione, tema centrale dell’evento di Roma.