Una ricerca su 4.500 bambini californiani dimostra come aumenti l’indice di massa corporea di quelli esposti al traffico
L’obesità, specialmente quella infantile, è una vera e propria emergenza sanitaria nei paesi ad alto sviluppo. Negli ultimi 30 anni è più che raddoppiata tra i bambini e quadruplicata negli adolescenti. L’aumento globale dei tassi di obesità infantile ha gravi implicazioni per la salute pubblica: i bambini in sovrappeso sono maggiormente a rischio di sviluppare cancro, diabete e malattie cardiache. Alle molteplici cause dell’obesità, come alimentazione, stili di vita, predisposizione ecc., ora, da quanto emerge da uno studio realizzato da alcuni ricercatori della Berkeley University in California (Traffic-related air pollution and obesity formation in children: a longitudinal, multilevel analysis.), se ne è aggiunta un’altra: l’inquinamento atmosferico da traffico. Secondo i ricercatori, infatti, lo smog incide sul metabolismo dei bambini rallentandolo e quindi sull’aumento di peso. La ricerca, che è durata 4 anni, ha messo sotto esame 4.500 bambini californiani di 10 anni e ha dimostrato che l’indice di massa corporea (BMI) dei bambini che vivono nelle aree ad alto traffico è aumentato di 0,4 punti rispetto a quelli che vivono in zone meno inquinate.
Già precedenti ricerche avevano rilevato che i bambini maggiormente esposti allo smog avevano indici di massa corporea più elevati. Tuttavia non si era mai indagato sui loro stili di vita o abitudini alimentari o su altri fattori di rischio. I ricercatori americani hanno invece compiuto un’indagine sistematica. Hanno esaminato tutti i dati sul traffico e sull’inquinamento atmosferico intorno alle case dove vivono i bambini e altri 50 indicatori che incidono sul peso come i livelli di attività fisica, la dieta, i tassi di povertà, l’accesso ad aree verdi ecc. Utilizzando modelli statistici hanno calcolato quanto ciascuno di questi fattori incidesse sull’indice di massa corporea.
Il BMI medio all’inizio dello studio, quando i bambini erano di età compresa tra 5-7 anni, era 16.79. Dopo quattro anni, era salito di 2,6 unità a 19.35, in media. Quindici per cento di questi bambini sono stati classificati come obesi, e un ulteriore 14,4% in sovrappeso. E osservando i due gruppi di bambini – quello che vive in zone ad alto tasso di smog e quelli in aree più salubri – si è rilevato un aumento del 13,6% del tasso annuo di crescita del BMI per quelli che vivono nelle zone più inquinate. L’inquinamento atmosferico è stato stimato, quindi, essere responsabile di una differenza di 0,4 punti di BMI tra i bambini di 10 anni che vivono nelle aree trafficate e gli altri.
Lo studio, pubblicato su Science for Environment Policy, conclude quindi che l’inquinamento ha avuto un effetto significativo sul BMI, ed è probabile che svolga un ruolo importante sulle “epidemie” di obesità e i suoi risultati, che sostengono gli sforzi per ridurre le emissioni da traffico, sono coerenti con la teoria che l’inquinamento colpisce il metabolismo.