Studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con la Fondazione Santa Lucia. Dopo 6 settimane di stimolazione cerebrale non invasiva, velocità e accuratezza di lettura sono aumentati del 60%
Rossella Cravero
Nuove speranze per tutti quei bambini che a scuola combattono con la dislessia. La difficoltà per il cervello di decodificare in maniera corretta le lettere può essere agevolata attraverso la stimolazione cerebrale non invasiva, migliorando così la capacità di lettura in tempi molto ridotti.
La tecnica è stata sperimentata dai ricercatori di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con il Laboratorio di Stimolazione Cerebrale della Fondazione Santa Lucia. E’ la prima volta che si tenta questa strada per i pazienti affetti da questo disturbo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Restorative, Neurology and Neuroscience.
In Italia ne soffrono circa il 3% dei bambini in età scolare con ripercussioni sull’apprendimento, sulla sfera sociale e psicologica. Nei bambini dislessici è stata rilevata la presenza di aree del cervello ipoattive o dal livello di attivazione alterato. Per condurre lo studio è stata utilizzata la tecnica di Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS), procedura non invasiva con passaggio di corrente a basso voltaggio (pari – per esempio – a quello necessario ad alimentare il monitor di un pc) già impiegata per la terapia di alcuni disturbi come l’epilessia focale o la depressione.
Per la prima volta è stata utilizzata dai ricercatori del Bambino Gesù, sotto la supervisione della dott.ssa Deny Menghini, con bambini e adolescenti dislessici per documentarne l’efficacia sulle difficoltà di lettura in età evolutiva. La stimolazione, completamente indolore, viene fornita da un dispositivo portatile, alimentato da pile, in grado di erogare una corrente continua ad intensità molto bassa, 1 milliampere. Il trattamento è completamente indolore
Alla ricerca hanno partecipato 19 bambini e adolescenti dislessici tra i 10 e i 17 anni. I risultati hanno evidenziato che la tDCS è un trattamento sicuro che, variando l’attività neurale di circuiti cerebrali alterati nelle persone dislessiche, consente un miglioramento delle abilità di lettura. La stimolazione, completamente indolore, viene fornita da un dispositivo portatile, alimentato da pile, in grado di erogare una corrente continua ad intensità molto bassa, 1 milliampere. Il trattamento si è protratto in un arco di 6 settimane: i ragazzi trattati hanno avuto un miglioramento del 60% nella velocità e nell’accuratezza della lettura.
Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù spiega: “Questa ricerca può quindi aprire la strada a nuove prospettive di riabilitazione della dislessia, con una sostanziale riduzione dei tempi, dei costi della terapia e del disagio per le famiglie nel dover sostenere lunghi percorsi di cura e di ridotta efficacia documentata. Va sottolineato che la tDCS non vuole sostituirsi, ma integrare la terapia logopedica tradizionale, tanto che i nostri risultati dimostrano la sua particolare efficacia in combinazione con la terapia tradizionale».