Il piano di sviluppo rurale varato dalla Regione per le nuove leve dell’agricoltura che premia i virtuosi
Simona Mingolla
Come disse in un’intervista lo scorso autunno il presidente della Cia, Giuseppe Politi: “Il vero «ammortizzatore sociale» d’Italia? L’agricoltura“, e i numeri diffusi dalla sua associazione, ma confermati anche da Coldiretti, gli davano ragione.
La Regione Toscana ha messo a punto uno strumento di programmazione comunitaria (Psr, Programma di sviluppo rurale per il settennio 2007 – 2013) finalizzato a supportare lo sviluppo delle zone rurali e delle attività agricole, agroindustriali e forestali che in esse si svolgono. Attraverso l’apertura di un bando a cadenza annuale ha voluto sostenere, con un premio a fondo perduto, fino a euro 40.000 e con un prestito garantito, i giovani di età compresa fra i 18 anni e i 40 intenzionati ad avviare una nuova azienda agricola.
Nel 2012 è stata presentata una nuova modalità di finanziamento ai giovani imprenditori agricoli attraverso il cosiddetto “Pacchetto Giovani” che consentiva di accedere a più misure del Psr avendo la certezza del finanziamento delle stesse e sviluppando un progetto molto più ampio con la possibilità di ricevere non solo un premio per il primo insediamento (da 20.000 a 40.000 euro variabile in funzione dell’entità degli investimenti previsti), ma anche contributi (mediamente dal 20 al 60 % a seconda della tipologia di spesa) per gli investimenti ammessi dal finanziamento riguardanti l’ammodernamento delle aziende agricole (misura 121) e la diversificazione in attività non agricole (misura 311). Sono state 634 le domande arrivate agli uffici regionali per accedere a questi ultimi finanziamenti previsti dal bando scaduto il 31 marzo 2012.
La misura di Giovanisì ha ottenuto particolare successo tra i gli aspiranti agricoltori delle province di Grosseto, Siena ed Arezzo. Dei richiedenti il 34% sono donne. Relativamente alle modalità di insediamento, il 72% aprirà un’azienda individuale, il 27% una società di persone o di capitale e l’1% (pari a 6 unità) una cooperativa. Significativo anche il tipo di attività scelta: nel 70% dai casi i finanziamenti serviranno per l’apertura di una impresa agricola, il 28,70% per una attività di agriturismo e l’1,30% per una attività di silvicultura. Ora, le provincie sono in fase di istruttoria delle domande per l’erogazione dei contributi richiesti sulle misure attivate. Ad oggi le risorse complessivamente stanziate per il Pacchetto Giovani sono pari a euro 46.445.000,00 che permetteranno di finanziare tutte le domande pervenute al netto di rinunce ed esclusioni per mancanza di requisiti richiesti. Tali risorse consentiranno di finanziare circa 400 nuovi imprenditori agricoli. Abbiamo intervistato alcuni di questi giovani per conoscerne profilo ed esperienze in merito.
A Civitella Valdichiana (AR), risiede Mauro Guiducci. Ha 32 anni, un diploma da geometra ed ha iniziato a frequentare ingegneria “ma poi, per motivi di lavoro, ho dovuto abbandonare: ho aiutato mio padre nella sua azienda agricola e poi, rilevando la parte del nonno, ne ho creato una mia di circa 10 ettari, seguendo quella che è sempre stata, comunque, una mia passione“.
Quali obiettivi si è prefisso per la sua impresa?
“Nel progetto presentato sul bando regionale ho pianificato azioni volte a migliorare l’efficienza della mia azienda, aumentandone la produttività, abbattendo i costi di produzione. Concretamente, voglio iniziare un percorso di agricoltura più conservativa, orientata verso metodologie che minimizzano le lavorazioni e l’uso di fertilizzanti chimici, che applica il sistema delle rotazioni colturali, avvalendomi di una tecnologia, la quale, grazie all’utilizzo di guide a controllo automatico e satellitare, permette di abbattere i costi aziendali riducendo, per esempio, il gasolio consumato, l’uso di quantità inappropriate di concimi e fitofarmaci ecc.”
Saranno creati nuovi posti di lavoro?
“L’azienda è a conduzione familiare con l’inserimento di stagionali a seconda delle necessità. Siccome è difficile reperire manodopera specializzata nel mio campo, preferisco avere macchine che eseguono il lavoro e seguire personalmente le attività.”
Rifacendosi alla sua recente esperienza, quali sono le difficoltà di un giovane che inizia?
“L’accesso al credito: se non hai chi garantisce per te o fondi propri non puoi iniziare. Anche questa forma di aiuti pubblici prevedono tutti il pagamento anticipato e poi ci sarà un rimborso e poiché oggi, più che nel passato, i fornitori e gli attori che intervengono alla realizzazione della nuova impresa non hanno fiducia nel dare credito, ecco che diventa arduo realizzare un progetto imprenditoriale. Altro aspetto è la confusione sulle normative che regolano il nostro settore anche da parte di chi dovrebbe aiutarci (associazioni di categoria, funzionari pubblici, ecc.). Io sono stato fortunato nel trovare persone competenti all’interno dell’associazione scelta. Anche la formazione è importante: ho partecipato per mia scelta a un corso per il patentino per l’uso dei fitofarmaci e continuamente mi aggiorno su Internet. Questo aspetto dipende dalla personale intraprendenza: addirittura, io e degli amici abbiamo fondato un portale-forum sul web (www.tractorum.it) che parla di agricoltura e che ad oggi si sta affermando come uno dei primi in Italia sia come iscritti che come pagine visitate giornalmente.“
A Gavorrano (GR) insiste l’azienda agricola (e l’agriturismo) di Sandro Giacobbe: “ho 31 anni – ci racconta – e ho sempre lavorato nell’azienda di famiglia seppur, per mio interesse personale, ho studiato laureandomi in storia contemporanea. Per passione ho continuato a dedicarmi alla campagna e ora, in società con i miei fratelli, porto avanti la nostra impresa agricola che si stende su circa 100 ettari di terreno in affitto“.
Quali sono gli obiettivi del progetto e a cosa serviranno i fondi richiesti sul bando?
“Per migliorare l’efficienza aziendale con l’acquisizione di macchinari più all’avanguardia. In particolare, nel settore cerealicolo per il quale abbiamo aderito ad nuovo progetto di filiera, denominato “Grano Armando“, che produce la prima pasta nazionale derivante dal 100% di grano italiano: per questo ci serviva dell’attrezzatura più idonea. Con gli incentivi abbiamo comprato anche nuovi macchinari per ottimizzare la raccolta di pomodori, l’altra coltura prevalente nei nostri terreni“.
Quali sono le difficoltà incontrate?
“Una delle difficoltà maggiori, parlando anche con altri miei coetanei che aspirano si lanciano in questo settore, è che non si riesce a comprare la terra: non c’è a accesso al credito, né disponibilità di terreni tant’è che noi siamo riusciti ad affittarli con la speranza, un domani, di comprarli“.
Come siete riusciti a partecipare a “Giovanisì”?
“Seppur ci siamo affidati all’Associazione di categoria, che ci ha dato degli input, ho sperimentato che per riuscire ad ottenere qualcosa è fondamentale seguire personalmente a livello burocratico l’iter della pratica, oltre che dedicarsi alla ricerca di informazioni e all’aggiornamento continuo“.
David Riccucci, risiede in una frazione di Monteriggioni (SI), ha 29 anni, è un perito agrario e, dopo 10 anni di lavoro da dipendente in agricoltura (in zootecnia), ha deciso di fare l’importante passo verso l’imprenditoria: “Per passione – ci spiega – ho intrapreso questa nuova scelta di vita: non semplice, anche perchè io parto da zero in quanto non ho ereditato terreni o strutture di famiglia“.
Qual è il suo progetto e per cosa utilizzerà i fondi che le sono stati assegnatiù
“L’indirizzo dell’azienda è zootecnico, mirato all’allevamento della cinta senese, razza suina autoctona. Con l’aiuto della famiglia ho acquistato una decina di ettari di terreno e l’allevamento è allo stato brado: niente strutture fisse, ma solo recinzioni ed è a questo che sono mirati innanzitutto i finanziamenti. In seguito vorrei strutturare l’azienda anche per la trasformazione delle carni in prodotti tipici il che mi richiederà l’inserimento di persone offrendomi l’opportunità di dare del lavoro“.
Come ha saputo del bando?
“In parte ne avevo sentito accennare all’Associazione di categoria dove mi appoggio e poi ho approfondito su Internet. I tecnici dell’Associazione mi hanno aiutato a preparare la domanda“.
Principali difficoltà incontrate nell’intraprendere il suoprogetto?
“La burocrazia: le procedure articolate, e a volte poco chiare, e la richiesta di permessi vari hanno più volte minato le tempistiche per il rispetto delle scadenze previste dal bando, mettendo in pericolo il buon esito della domanda“.