Uno studio americano ha indagato sui collegamenti tra disturbi neurologici ed inquinamento da polveri sottili
Lo smog può diventare un fattore di rischio per i pazienti anziani colpiti dal morbo di Parkinson o da altre malattie neurologiche come l’Alzheimer o la demenza senile, malattie tipiche di una società che invecchia. Uno studio americano, realizzato da alcuni ricercatori di Harvard e di altre università Usa, ha riscontrato, infatti, come dopo periodi di maggiore inquinamento atmosferico da polveri sottili (PM 2,5) vi sia per questi pazienti un maggior rischio di ricoveri d’urgenza ed anche il rischio di morte prematura. Secondo i ricercatori il legame tra smog e malattie neurologiche è lo stesso che è stato riscontrato ormai da molti anni tra smog e malattie cardiovascolari.
Per dimostrare la loro teoria, i ricercatori hanno raccolto i dati da Medicare (il programma americano di assicurazione sanitaria nazionale) sui ricoveri d’urgenza in ospedale per gli anziani, di età superiore ai 65 anni, per il periodo 1999-2010. Sono stati presi in esame solo i i ricoveri dei pazienti che avevano già una diagnosi per demenza, Alzheimer e morbo di Parkinson e solo quei casi in cui tali malattie sono state il motivo principale per il ricovero in ospedale. Questi ricoveri sono stati messi a confronto con livelli atmosferici di PM 2.5 nella 121 comunità da cui provenivano i pazienti, utilizzando i dati della US Environmental Protection Agency.
Secondo i dati analizzati, in queste comunità, nei giorni di aumento delle polveri sottili, ci sono stati complessivamente circa 720 000 ricoveri. Incrociando questi dati è emerso che i tassi di ospedalizzazione per i pazienti con il Parkinson sono aumentate del 3,23% per ogni 10 mg/m3 di aumento del PM 2.5. in due giorni. Il tasso di ammissione è aumentato anche per i pazienti con l’Alzheimer (0,2%) e la demenza (0,92%). Tuttavia lo studio non ha potuto concludere che vi sia un’associazione certa tra malattie neurologiche ed aumento dello smog, in quanto il numero dei ricoveri in alcune comunità è restato basso, nonostante l’aumento del PM 2,5. I ricercatori hanno anche rilevato che i tassi di mortalità, per qualsiasi causa, sono aumentate del 0,64% dopo due giorni di aumento di 10 mg/m3 delle PM2.5 per i pazienti con Parkinson, Alzheimer, demenza, ma anche in questo caso non ha potuto dimostrare un’associazione statisticamente significativa.
Questi risultati confermano però altri studi che hanno osservato un legame tra l’inquinamento atmosferico e il cervello. Lo studio ha anche rilevato una relazione tra smog e diabete.