Dal mal di testa agli attacchi di panico: quasi la metà dei soggetti che lavorano per ore connessi con pc e smartphone dichiara di avere problemi di salute. Importantissimo fare delle pause e privilegiare l’attività fisica all’aria aperta al di fuori del lavoro
Rossella Cravero
I nostri alleati sul lavoro si rivelano i più acerrimi nemici. Dal mal di testa, alla stanchezza, arrivando sino agli attacchi di panico: si chiama tecnostress ed è la minaccia alla salute di quanti lavorano quotidianamente con il digitale.
Quasi la metà di chi opera connesso alla Rete rivela che l’uso intenso di tablet, smartphone e pc gli ha già creato problemi di salute, spesso o a volte. E’ quanto emerge dalla nuova ricerca di Netdipendenza Onlus e realizzata in collaborazione con l’Associazione italiana formatori salute e sicurezza sul lavoro (Aifos). Un’indagine condotta su un campione di 1.009 mobile workers.
I sintomi del tecnostress tra cui mal di testa, ansia, ipertensione, insonnia, depressione, disturbi alla memoria, attacchi di panico, ed elettrosmog, cioè l’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici emessi da smartphone e tablet, sono stati oggetto de convegno nazionale “TecnoStress lavoro correlato, la nuova frontiera della malattia professionale”, svoltosi ad Anagni.
Nel 2007 il tecnostress è stato riconosciuto infatti come nuova malattia professionale, dopo una sentenza della Procura di Torino.
La maggior parte degli interpellati per la ricerca, ha dichiarato di usare un computer connesso alla Rete per 8 ore al giorno (18,4%), ma c’è anche chi arriva a 10 ore (9,8%) e chi addirittura oscilla tra le 12 e 16 ore (complessivamente il 6% circa). Il 64,1%, inoltre, usa lo smartphone un’ora al giorno per conversazioni di lavoro (circa 30 ore al mese), anche nel weekend. Per alcuni lo smartphone è operativo anche “6 ore al giorno, con pause di 30 minuti”. L’uso del tablet per motivi di lavoro invece non è ancora così diffuso. Infatti solo il 36,9% lo usa abitualmente almeno un’ora al giorno, con punte massime di 4 ore.
Ecco la classifica dei “malanni” da connessione: al primo posto il mal di testa (44,5%), poi il calo della concentrazione (35,4%), il nervosismo e l’alterazione dell’umore (33,8%), tensioni neuromuscolari (28,5%), stanchezza cronica (23,3%), insonnia (22,9%), ansia (20,4%), disturbi gastro-intestinali (15,8%), dermatite da stress (6,9%). Tra i sintomi più gravi alterazioni comportamentali (7,1%), attacchi di panico (2,6%) e depressione (2,1%).
Di fondamentale importanza, sottolineano gli specialisti, fare delle pause durante il lavoro, per consentire al cervello di prendere respiro dalle eccessive stimolazioni. Importante anche ritagliarsi degli spazi personali da dedicare ad attività fisica, se fatta all’aria aperta è ancora meglio.