Ma le potenzialità per lo sviluppo del GPP sono ancora molto ampie, visto che in Italia ci sono quasi 10 mila enti pubblici
In Italia ci sono quasi 10 mila pubbliche amministrazioni, tra cui 20 Regioni, un centinaio di Province e più di 8 mila Comuni. In totale, costano ai contribuenti quasi 1 miliardo di euro. Queste cifre vengono spesso usate per criticare gli sprechi di denaro pubblico, ma se è vero che i soldi dei contribuenti andrebbero usati meglio, proviamo per una volta a cambiare punto di vista. Cosa succederebbe se una buona parte della spesa pubblica fosse utilizzata per acquisti e appalti verdi, per comprare cioè oggetti e realizzare servizi e opere con criteri di sostenibilità? I benefici sarebbero molti, dalla riduzione dell’impatto ambientale di molte produzioni, alla promozione di consumi più ecocompatibili, fino al sostegno delle imprese della green economy. Le aziende sarebbero incentivate ad innovarsi in chiave ecologica, e la pubblica amministrazione ridurrebbe la sua impronta ambientale.
Se per adesso un’amministrazione green è un’ipotesi non troppo vicina, dei passi significativi sono già stati fatti. Secondo Silvano Falocco, economista ambientale e direttore dell’annuale forum CompraVerde-BuyGreen dedicato al tema, “il 60% degli enti pubblici in Italia sa che cos’è la Green Public Procurement (GPP), ovvero le politiche sul rispetto dei criteri ambientali negli appalti e negli acquisti effettuati dalle pubbliche amministrazioni, anche se molte di loro hanno ancora molte difficoltà nel metterle in pratica. A oggi il 65% delle Regioni italiane ha messo in atto azioni per lo sviluppo della Green Procurement”. Una delle amministrazioni più virtuose è la Sardegna, che ha dato vita negli ultimi anni a una rete di otto “Ecosportelli GPP” provinciali: un servizio di supporto per aiutare i piccoli enti ad acquistare verde.
Secondo Falocco, il 21% delle Province in Italia “ha attivato interventi di facilitazione mentre a livello comunale la situazione è molto più caotica, solo nei comuni con più di 20 mila abitanti, infatti, si riescono a vedere dei risultati mentre per tutto il resto questa politica è ancora del tutto sconosciuta”. Eppure, i modelli positivi ci sono. Proprio in Sardegna, grazie a una forte politica sul GPP, tutti gli enti regionali, le Province, gli enti parco e circa il 20% dei Comuni, molti dei quali piccoli, compra beni e servizi sostenibili. Tra questi c’è il micro municipio di Ardauli (Oristano), premiato all’ultima edizione del forum CompraVerde-BuyGreen proprio per la sua politica di GPP: Il Comune di 900 anime ha acquistato cancelleria, alimenti e bevande, lampadine, carta, servizi di comunicazione tenendo conto di criteri di sostenibilità.
Dal micro al macro: un esempio virtuoso di politiche di acquisti verdi nei grandi centri urbani è il servizio di mensa scolastica della Città di Torino. “La scelta dell’uso di stoviglie lavabili, l’uso di acqua di rete e i prodotti a filiera corta hanno determinato una riduzione di CO2 prodotta dalla ristorazione scolastica torinese di 587,76 tonnellate di CO2 equivalenti all’anno, corrispondenti alle emissioni di 6.274 viaggi Torino-Roma in utilitaria”, spiegano dal Comune.
Veronica Ulivieri