I continui cambi di regole e la burocrazia non hanno ucciso la creatività italiana nel solare
CONDIVIDI124/11/2014
Mentre le aziende del fotovoltaico italiano sono sul piede di guerra per l’approssimarsi dell’entrata in vigore dello Spalma-incentivi e asso Rinnovabili prepara il ricorso contro lo stato italiano “al fine di dimostrare l’incostituzionalità del provvedimento e garantire il principio di certezza del diritto e di affidamento delle imprese verso lo Stato”, in Italia non si ferma l’innovazione nel settore dell’energia solare. Gli ultimi anni hanno visto un continuo cambiamento delle regole del gioco per gli imprenditori delle rinnovabili – dal 2005 al 2012 in Italia si sono succeduti cinque diversi Conti energia – ma nel frattempo, la creatività di startupper, ingegneri e inventori italiani non si è sopita.
Enecom, per esempio, impresa con base a Torino e un grosso stabilimento produttivo in Toscana, è la prima azienda al mondo ad aver brevettato, nel 2008, i moduli solari flessibili, adatti per le attività all’aperto, dal trekking alla barca a vela, ma utili per fornire l’energia necessaria per i bisogni essenziali in caso di disastri e crisi umanitarie.
La giovane start up trentina Eneray ha invece realizzato un sistema solare fotovoltaico – unico nel nostro Paese – che porta l’autoconsumo a nuovi livelli, combinando la messa a disposizione di energia pronta all’uso al suo accumulo nelle batterie: in questo modo l’energia ricavata dal sole viene sfruttata al 100% a livello domestico, senza cederla alla rete. “Funziona sempre in parallelo alla linea di rete, chiedendone il supporto quando serve o rimpiazzandola in caso di blackout: alla rete viene richiesta solo potenza aggiuntiva, quando l’X-HYBRID non riesce a fornirne a sufficienza per far fronte a picchi di richiesta, e funge da gruppo di continuità in caso di mancanza di rete”, spiega Davide Tinazzi, che ha ideato il dispositivo insieme al socio Andrea Taffurelli. Con il risultato, assicurano i due startupper, di un risparmio significativo: “Si compra dal fornitore solamente l’energia necessaria per far fronte ai picchi o nei periodi invernali quando l’irraggiamento solare è minore. In ogni caso rimaniamo sempre in intervalli compresi tra 20 e 30% del fabbisogno annuo, tutto il resto vien dal cielo!”.
Promette risparmi in bolletta anche il pannello fotovoltaico a spina, messo a punto dall’azienda romagnola One Way. Lanciato per la prima volta due anni fa, è stato pensato, spiega Massimo Berti, “per coprire con il solare le microperdite di energia, per le quali spendiamo ogni anno 80-100 euro, più del 10% della spesa elettrica totale”. La particolarità del dispositivo, che ha la potenza di un quarto di Kw, è proprio la spina, che lo fa assomigliare a un qualunque altro elettrodomestico: per mettere in funzione il modulo basta inserirla in una comune presa. “Ideando il pannello, abbiamo pensato a chi per esempio vive in affitto e vuole conciliare l’autoproduzione di una parte dell’energia con i prezzi contenuti e la possibilità di spostare i moduli quando si cambia casa”.
Veronica Ulivieri