A fare da traino nella produzione è la provincia di Udine, il biogas rappresenta la fonte energetica rinnovabile che, a parità di investimenti, ha il maggiore impatto in termini occupazionali.
Il Friuli Venezia Giulia è una delle realtà economiche più vivaci del Paese, dispone di una superficie agricola totale (SAT) pari al 35% della sua superficie, nella quale sono presenti piantagioni estensive coltivate principalmente a seminativo, che danno occupazione al 3,2% della popolazione attiva. Le vaste aree montane e collinari dalle quali nasce e scende a valle un fitto reticolo di fiumi, rendono la regione particolarmente adatta anche all’allevamento.
Nell’ambito degli allevamenti zootecnici prevalgono quelli dei bovini, ai quali si dedicano il 65% delle aziende: essi sono diffusi soprattutto nella zona di Pordenone e Udine, mentre nella zona di Gorizia e Trieste primeggiano allevamenti di suini. In questo contesto si colloca il costante aumento delle dimensioni medie delle aziende agricole e degli allevamenti che in questa regione supera la media italiana.
Questo trend favorisce il raggiungimento della dimensione ottimale per lo sviluppo degli impianti di produzione di energia a biogas che rappresentano un’importante opportunità reddituale per gli imprenditori agricoli e che vanno a corroborare le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici sulle quali è ormai stata raggiunta una generale convergenza, come è dimostrato dagli accordi sottoscritti da ben 196 paesi nel dicembre 2015 a Parigi nel corso della COP21 dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC).
Le prospettive positive sono confortate dall’aumento della produzione di energia elettrica da biogas, che ha da anni un forte sviluppo: nel periodo 2013/2014 per il Friuli Venezia Giulia si riscontra un +13% rispetto al +10,1 % nazionale. Nel 2014 la produzione di energia elettrica da biogas rappresenta il 57% della produzione dovuta alle bioenergie, mentre biomasse e bioliquidi raggiungono la quota rispettivamente del 32% e 11%.
A fare da traino per la produzione di energia elettrica da biogas è la provincia di Udine, che con 187,2 GWh produce il 51,1% del totale regionale. Udine è infatti anche la provincia con maggiore densità agricola (espressa dal rapporto Superficie Agricola Utilizzata/Superficie Totale), ci sono comuni poi comuni con una densità che oscilla tra il 68,1 e il 93%. Queste aree sono collocate nella zona pianeggiante della provincia e più ci si sposta verso le zone collinari più la percentuale scende fino ad arrivare ad alcune aree montane in cui la percentuale oscilla tra 0 e 12,8%. Segue la provincia di Pordenone con 154,6 GWh e il 42,2% di produzione di energia elettrica da biogas: anche questa provincia presenta un’elevata densità agricola.
Con valori meno significativi troviamo Gorizia che produce il 6,7% con 24,5 GWh e, fanalino di coda, Trieste dove non risultano essere presenti impianti a biogas e nemmeno un’elevata densità agricola dato che in quasi tutti i comuni della provincia oscilla solo tra il 12,9 e il 36,9%.
Un dato molto interessante è rappresentato dal rapporto tra la produzione di energia generata dai digestori e la superficie agricola totale: secondo questo indicatore il Friuli Venezia Giulia si posiziona al secondo posto tra le regioni italiane, dietro solo alla Lombardia. Questo dimostra come, nonostante ci siano regioni in cui la produzione di energia da biogas è considerevolmente più significativa in termini di quantità di GWh prodotti, in relazione alla superficie agricola questa regione ottiene un’ottima performance.
Le potenzialità di cui dispone questa regione sono state comprese da tempo anche da Greenway S.p.a., la società che ha realizzato un impianto a biomasse nel comune di Bertiolo (Udine) alimentato da una filiera corta di una quindicina di imprese agricole che hanno reagito alla crisi del settore convertendo la propria attività tradizionale nella produzione di biogas. Greenway, fondata nel 2012, in tre anni ha raggiunto livelli record producendo circa 25mila MWh, risparmiando 4,5 mila tonnellate equivalenti di petrolio e realizzando un fatturato complessivo di circa 6 milioni di euro, con ciò contribuendo al rilancio dell’agricoltura e del PIL locale. Studi condotti dal GSE, al quale il D.lgs. 28/2011 all’art. 40, comma 3 lettera a) ha attribuito il compito di sviluppare e applicare metodologie idonee a fornire stime delle ricadute industriali e occupazionali connesse alla diffusione delle fonti rinnovabili ed alla promozione dell’efficienza energetica, hanno dimostrato che il biogas rappresenta la fonte energetica rinnovabile che, a parità di investimenti, ha il maggiore impatto in termini occupazionali.
Lo stesso GSE, in attuazione del Decreto dell’11 maggio 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico “Approvazione della metodologia che, nell’ambito del sistema statistico nazionale, è applicata per rilevare i dati necessari a misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi regionali, in attuazione dell’articolo 40, comma 5, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28” ha calcolato i consumi finali lordi di energia da FER per gli anni 2012 e 2013. Confrontando questi dati con quelli relativi ai consumi finali lordi di energia calcolati da ENEA, emerge che la Regione Friuli Venezia Giulia ha già raggiunto e superato non solo gli obiettivi intermedi ma anche l’obiettivo finale stabilito dal Decreto Burden Sharing (DM 15/3/2012) riguardo le politiche energetiche regionali. Va infine ricordato che è stato di recente approvato dalla Giunta della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con deliberazione 2564 del 22/12/2015, il nuovo Piano Energetico Regionale che ha dedicato particolare attenzione agli impatti ambientali delle diverse fonti energetiche rinnovabili. Questo Piano, e il parere relativo alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che lo accompagna, mette in risalto le opportunità della produzione di energia dalle FER di cui il biogas costituisce un elemento importante.
16/11/2016
Federica Schenato