Nove su 10 dicono che convertire la produzione in direzione green può contribuire alla ripresa. I dati emergono da una ricerca realizzata per gli Stati generali della Green economy 2014
Ormai sono una piccola, ma combattiva squadra, quasi una mini “confindustria verde”, che ha capito che l’ambiente non è più ostacolo o vincolo, ma opportunità di nuovo sviluppo. Si tratta degli imprenditori della green economy che per convinzione, ma a volte anche per convenienza, hanno preso la strada della produzione sostenibile, tanto che 9 su 10 sostengono che innovare, differenziare, convertire produzioni e consumi in direzione green potrebbe contribuire in modo significativo ad alimentare una ripresa economica.
Le loro convinzioni, le loro aspettative, i loro orientamenti, le loro visioni sono stati fotografati da una ricerca realizzata dal Consiglio Nazionale della Green Economy, come contributo agli Stati Generali della Green Economy 2014, che si svolgeranno a Rimini il 5-6 novembre prossimo all’interno di Ecomondo. L’Indagine ha coinvolto 437 imprese di diverse dimensioni (micro, piccole, medie e grandi), distribuite su tutte le aree del paese (nord ovest, nord est, centro, sud e isole), di tutti i settori più rappresentativi della green economy italiana (agroalimentare di qualità ecologica, riciclo di rifiuti, altri beni e servizi di elevata qualità ecologica, energie rinnovabili, efficienza energetica, servizi per l’ambiente) che gestiscono 64.573 dipendenti, con un fatturato complessivo di 15 miliardi e 956 milioni. Tutti gli imprenditori intervistati hanno mostrato grande comunanza di idee e di visione. “In anni di crisi gravissima – ha dichiarato il Ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti – cresce, e vigorosamente, nel nostro paese un solo comparto, quello della green economy. È cresciuto il volume d’affari ed è cresciuta soprattutto l’occupazione e il Governo sostiene questa “rivoluzione ambientale”.
In particolare, per quanto riguarda la visione dell’economia, l’indagine mostra che la quasi totalità degli imprenditori, il 98%, sostiene che l’economia deve puntare sul risparmio e l’uso sempre più efficiente dell’energia e delle risorse naturali. Sulla crisi, il 92% degli intervistati sollecita cambiamenti perché le vecchie strade non sono più sufficienti per riaprire prospettive durature di sviluppo. Sempre il 92% degli imprenditori ritiene che l’emergenza ambientale oggi si chiami crisi climatica che deve essere affrontata con tagli drastici delle emissioni e con una rivoluzione energetica basata sul risparmio, l’efficienza e le fonti rinnovabili. Interrogati sul tema “imprese green e società”, gli imprenditori verdi hanno sostenuto: per il 94% che la trasparenza e la correttezza nei confronti dei clienti – e più in generale i cittadini – sono comportamenti etici che hanno anche ricadute economiche positive e il 97% ha dichiarato che il personale, ai vari livelli, va attivamente e consapevolmente coinvolto negli obiettivi aziendali ma anche nelle azioni di responsabilità sociale.
Gli imprenditori hanno fatto anche richieste alla politica: il 97% chiede norme più semplici e più incisive, più tempestive, più chiare e stabili, il 98% chiede di attuare una decisa lotta alla corruzione e alla criminalità e il 97% di valorizzare i potenziali di una green economy italiana basata sulle vocazioni dei nostri territori, della nostra manifattura, sulle nostre risorse culturali e naturali, di qualità e di bellezza. “L’indagine dimostra che nel panorama italiano – ha concluso Edo Ronchi, Presidente della Fondazione dello Sviluppo Sostenibile – un gruppo esteso di imprenditori si caratterizza per un nuovo orientamento, chiaramente green, e comincia ad operare nella stessa direzione sulla base di idee e convinzioni condivise”.
Redazione Econews