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Gli italiani scoprono il car sharing, è boom a Roma e Milano

Con una flotta di più di 3.000 auto condivise questo esempio di sharing economy conquista l’Italia

Quando nel 1998 nel pacchetto antismog del Ministero dell’Ambiente si parlò per la prima volta in Italia di car sharing, in pochi credettero che in un paese di “autofili” come l’Italia questa iniziativa potesse prendere piede. L’inizio, è vero, è stato lento, ma nell’ultimo anno, grazie anche all’affacciarsi sul mercato di due nuovi operatori privati (Car2goEnjoy) questo esempio di “sharing economy” ha avuto un vero e proprio boom.

Ecco i numeri: più di 220.000 iscritti, migliaia di noleggi ogni giorno, una flotta di più di 3.000 auto condivise, la presenza in 11 città italiane con una massiccia invasione a Milano e Roma (circa 1.300 vetture in ciascuna città). E le stime per il futuro sono anche più promettenti, si prevede che entro il 2020 ci saranno dodici milioni di utenti e un giro d’affari di 6,2 miliardi di euro a livello globale. Già oggi in tutta Europa ci sono oltre 500.000 iscritti al car sharing e 13.000 vetture a disposizione. In Francia il successo di Autolib nell’area parigina ha portato a una riduzione del parco auto privato pari a 22.500 macchine, equivalenti a 164 milioni di chilometri percorsi in un anno.

Questa fotografia del car sharing in Italia e all’estero è stata scattata nel corso della “Giornata europea del car sharing”, organizzata a Roma, nell’ambito della European Mobility Week, dal Ministero dell’Ambiente, da Roma Capitale e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “Il car sharing – ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, che da ministro dell’ambiente firmò il decreto anti-smog che prevedeva il car sharing – in questo momento rappresenta uno dei settori più promettenti e vitali della green economy”. L’auto condivisa, secondo la letteratura, fa bene al traffico e all’ambiente. Ogni auto in car sharing può, infatti, toglierne 13-14 dalla strada, ma studi più recenti affermano che, in presenza di sistemi di auto condivise implementati su grande scala, si possa arrivare addirittura  a 32. Questa capacità del car sharing di ridurre il numero di auto in circolazione rappresenta uno dei motivi principali per cui l’Italia dovrebbe fare il possibile per promuoverlo e farlo diffondere. Con un numero medio di 620 auto ogni 1000 abitanti, con il record europeo di Roma con 74 auto ogni 100 abitanti, con spostamenti che interessano soprattutto l’area urbana (il 70% avviene nel raggio di 10 chilometri), con tempi di percorrenza che aumentano di mattina dell’84% a Roma e del 73% a Milano, le città, soprattutto quelle d’arte, rischiano di morire di traffico e smog. Inoltre, il car sharing, oltre a far bene all’ambiente, aiuta a risparmiare sulle spese dell’auto: secondo le stime, percorrendo in media 10.000 chilometri l’anno, si possono risparmiare più di 2.000 euro in minori spese di gestione. “Usare il car sharing – ha concluso Ronchi – vuol dire inquinare meno, tornare a guadagnare spazio in città, da dedicare ai pedoni ed alle piste ciclabili, per garantire ai cittadini una migliore qualità della vita e far risparmiare alle famiglie italiane sui costi della proprietà dell’auto privata”

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