Finiti i tempi dove incomprensioni portano a salate multe
Esce il vademecum per orientare le impresetra le tante norme e obblighi in materia gestione dei rifiuti professionali. L’utile “Guida rifiuti”, disponibile gratuitamente previa registrazione sul sito www.ecolight.it, è un’idea di Ecolight, il consorzio nazionale per la gestione dei rifiuti elettronici, delle pile e degli accumulatori esausti che raccogliendo oltre 1.500 aziende. Si tratta del secondo consorzio a livello nazionale per quantità di immesso e il primo per numero di consorziati.
L’autore è Paolo Pipere, esperto di Diritto dell’Ambiente, di Politiche ambientali pubbliche e di Gestione ambientale d’impresa e responsabile del Servizio Ambiente ed Eco-sostenibilità della Camera di Commercio di Milano
“Per dare un contributo rilevante alla tutela dell’ambiente – spiega il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio – abbiamo voluto promuovere questo testo quale strumento per comprendere le normative che regolano la gestione dei rifiuti professionali“. Il testo è strutturato in cinque capitoli: cosa si intende per rifiuti professionali; la loro gestione e gli adempimenti richiesti; cosa sono e come devono essere compilati i formulari di trasporto; i registri di carico e scarico e l’avvio al recupero e smaltimento. L’appendice è dedicata alla dismissione dei beni aziendali.
“Le sanzioni possono arrivare fino a 26mila euro e le normative non sempre sono di facile interpretazione – prosegue Dezio -. La gestione dei rifiuti professionali è responsabilità di chi li produce. Ovvero, le aziende e i professionisti hanno l’obbligo di assicurarsi che siano gestiti in maniera corretta conservando la documentazione necessaria che attesti il giusto trattamento“. Per questo è importante saper distinguere un rifiuto pericoloso da uno non pericoloso, saper leggere i codici che sono attribuiti ai diversi materiali di scarto e conoscere come e perché devono essere compilati i vari formulari richiesti. La legge introduce la cosiddetta “presunzione di cessione” per i beni che non si trovano più nell’azienda.
Se sono materiali vecchi, quindi rifiuti, cosa fare? “Per “vincere” la presunzione di cessione occorre provare che i beni sono stati regolarmente avviati a distruzione e non sono stati, invece, venduti evadendo le imposte dovute“, ricorda il direttore di Ecolight. In questo mare di normative, emergono però anche dei vantaggi per le imprese. “È possibile una riduzione della tassa comunale sui rifiuti – precisa Dezio – la legge infatti scorpora dalla tassa quelle superfici dove vengono prodotto rifiuti di cui è la stessa azienda che si occupa di gestire. Ovviamente con la documentazione alla mano“.
Elisa Peduto