Recuperare plastiche e cellulosa da prodotti assorbenti farebbe chiudere 3 discariche in Italia. Il primo progetto pilota a Verona
Pannolini e assorbenti per la persona occupano, in termini di peso e volume, una gran parte dei nostri rifiuti. In termini assoluti i prodotti assorbenti per la persona – in cui rientrano pannolini, assorbenti per l’igiene femminile e l’incontinenza – costituiscono circa il 3% dei rifiuti solidi urbani corrispondenti a 900 mila tonnellate. Basti pensare infatti che, secondo le stime, un bambino che utilizza i pannolini usa e getta per tre anni “produce” fino ad una tonnellata di rifiuti.
Questi dati fanno ben comprendere l’importanza del riciclo di tal genere di rifiuti al fine di recuperare materie prime seconde come plastica e cellulosa ottenendo vantaggi ambientali ed economici davvero elevati.
Inoltre già oggi per 6 milioni di italiani è attiva una raccolta differenziata dei prodotti assorbenti, ma per finalità diverse dal riciclo (es. per non calcolarli nella tariffa del “secco” o per evitare cattivi odori in casa nei comuni ove, grazie a un’ottima raccolta differenziata, l’indifferenziato sia ritirato poche volte a settimana). In tali casi quindi vengono comunque conferiti negli impianti tradizionali (in discarica o negli inceneritori).
Come recuperare e valorizzare le materie prime seconde di cui pannolini e assorbenti sono fatti? La risposta a questa domanda ci viene fornita da Fater spa società che produce e distribuisce in Italia molteplici linee di prodotti per l’assorbenza sviluppando un impianto che consente di riciclare i prodotti assorbenti, recuperando plastica e cellulosa.
Scendendo nel dettaglio, il processo messo a punto non utilizza agenti chimici, ma, attraverso il vapore, apre i prodotti usati, provvede a sterilizzarli eliminando potenziali patogeni e cattivi odori. Le componenti vengono quindi separate meccanicamente divenendo materie prime seconde. Da una tonnellata di “rifiuti” si possono estrarre ben 350 kg di cellulosa che può essere “trasformata” in prodotti cartari, imballi o fertilizzante. Si possono poi recuperare 150 kg di plastica riutilizzabile per realizzare arredi urbani o oggetti di uso comune.
A regime il primo impianto dimostrativo della Fater, sito a Verona, potrà servire oltre 400 mila abitanti con l’obiettivo di trattare tra le 5 e le 8 mila tonnellate di assorbenti. Se la raccolta e il riciclo si avviassero su scala nazionale, in base ai dati diffusi dalla società, si potrebbe garantire il risparmio di almeno tre discariche l’anno in termini di volumi di rifiuti. In base all’analisi del Life Cycle Assessment realizzato da Ambiente Italia, il riciclo consentirebbe ai pannolini di divenire carbon negative. Con il recupero delle emissioni climalteranti attraverso la raccolta differenziata e la sottrazione alla discarica o all’incenerimento, per i soli pannolini vorrebbe dire un taglio di 64 milioni di kg di CO2 equivalente l’anno.
Un’ulteriore dimostrazione che riciclo e innovazione possono comportare vantaggi per tutti: cittadini, pubbliche amministrazioni, per l’economia e l’ambiente.
Il funzionamento del processo può essere visualizzato all’indirizzo: http://www.fater.it/riciclopannolini/
Letizia Palmisano