Nove italiani su 10 temono che le interazioni di sostanze chimiche tra contenitore e contenuto mettano a rischio la salute
Salute e sicurezza alimentare sono in testa alle preoccupazioni degli europei, più dei problemi ambientali, del terrorismo internazionale o della sicurezza pubblica. Per gli italiani è soprattutto la sicurezza alimentare un elemento di ansia, l’80% se ne preoccupa, una percentuale ben al di sopra della media europea che è del 61%. E il rischio salute è o un fattore chiave nella decisione di acquisto e fa preferire la domanda di prodotti alimentari confezionati in vetro.
Proprio il vetro, infatti, per le sue qualità di sicurezza e di igienicità, è ritenuto per l’87% degli europei (74% nel 2010) la migliore scelta di packaging per alimenti e bevande. Questi dati emergono da una ricerca indipendente condotta in 11 paesi europei su oltre 8.100 consumatori, di cui circa 1.000 italiani, commissionata da Feve, la Federazione dell’industria europea dei contenitori in vetro. I genitori, poi, dopo i numerosi allarmi, l’ultimo quello del BPA nei biberon in plastica, dicono di preferire il cibo per bambini “sotto vetro” (circa l’80% di quelli italiani).
“Il vetro – spiega il nutrizionista e dietologo, Giorgio Calabrese – è il più sicuro contenitore di un contenuto, il cibo, che non sempre è sicuro. Il vetro risponde infatti alle istanze di igiene e sicurezza in quanto evita ogni problema di cessione quando contiene cibo e liquidi e questo sia ad alta che a bassa temperatura”.
Guardando i dati della ricerca emerge che il packaging per i consumatori gioca un ruolo importante nell’ambito della sicurezza alimentare. I risultati mostrano infatti che il 66% dei consumatori europei si preoccupa, in maniera crescente, della possibilità che sostanze chimiche possano migrare dal contenitore al contenuto e alterare così la sicurezza di cibi e bevande. Gli italiani, con il 73%, insieme agli spagnoli e ai cittadini dell’Europa Orientale, si collocano al di sopra della media europea (66%) dichiarandosi molto preoccupati dalla possibile contaminazione e migrazione di sostanze chimiche.
I meno preoccupati da questo punto di vista sono, invece, gli austriaci e gli svizzeri (51%). Otto consumatori su dieci (oltre 9 per l’Italia) ritengono che le interazioni di sostanze chimiche costituiscano un pericolo per la salute.
Il 60% degli europei intervistati ha forti riserve, in particolar modo, sugli imballaggi di plastica rispetto agli altri tipi di packaging (metallo, cartone, bag in box e vetro), ritenendo che possano interferire sui cibi e sulle bevande che contengono. Gli italiani sono in linea con questo dato (62%), ma sono più preoccupati rispetto alla media europea per le lattine (53% contro 46% di media europea) e per i contenitori di metallo (58% a fronte di una media europea del 47%).
“Per evitare contaminazioni indesiderate da parte del packaging, in particolare quando si prendono decisioni importanti come quelle legate alla spesa per la famiglia – ha sottolineato Giuseppe Pastorino, Presidente della sezione contenitori in vetro di Assovetro – i consumatori dovrebbero ‘guardare oltre l’etichetta’ e scegliere quindi non solo gli ingredienti di un prodotto ma anche il tipo di imballaggio”.
E proprio “Guarda oltre l’etichetta” è la campagna lanciata in Europa per una scelta consapevole dei contenitori.
Redazione Econews