La Commissione Europea si impegna sulla green economy con tre proposte, una sui rifiuti, una sulla transizione verso l’economia verde e l’ultima dedicata a un piano d’azione verde per le Pmi
Con nuovi e più ambiziosi obiettivi di riciclo dei rifiuti si potrebbero creare in Europa più di 580.000 nuovi posti di lavoro green e cominciare a ridurre di più del 2% il numero dei disoccupati, che toccano ora quota 26 milioni. La Commissione Europea ha adottato tre proposte intese a sviluppare un’economia circolare in Europa. La prima prevede il riciclo del 70% dei rifiuti urbani e l’80% degli imballaggi entro il 2030, il divieto di discarica per i materiali riciclabili per il 2025 e la riduzione del 30% dei rifiuti alimentari e la riduzione dei rifiuti marini.
Questa politica, oltre a far bene all’economia, consentirebbe anche di ridurre l’impatto ambientale e le emissioni di gas a effetto serra. L’innalzamento degli obiettivi in materia di rifiuti nelle direttive esistenti rientra nell’ambizioso sforzo di realizzare una transizione fondamentale da un’economia lineare a una circolare. La nuova visione propone un modello economico diverso, dove le materie prime non vengono più estratte, utilizzate una sola volta e gettate via. In un’economia circolare i rifiuti spariscono e il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio diventano la norma.
Prolungare l’uso produttivo dei materiali, riutilizzarli, serve anche a rafforzare la competitività dell’UE. La gestione efficiente delle risorse costituisce uno dei principali volani della competitività delle imprese dato che, in media, il 40% dei costi dell’industria manifatturiera europea è da attribuire alle materie prime e che tale quota sale al 50% del totale dei costi di produzione se si aggiungono i costi dell’energia e dell’acqua, a fronte di una quota solo del 20% del costo del lavoro.
“Il passaggio a un’economia circolare, oltre ad essere possibile, è redditizio – ha dichiarato Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente – ma non avverrà senza le politiche giuste. Per realizzare gli obiettivi proposti per il 2030 bisogna agire da subito per accelerare la transizione verso un’economia circolare e sfruttare le opportunità commerciali e occupazionali che offre”.
Il pacchetto suggerisce inoltre di misurare la produttività delle risorse in base al rapporto tra PIL e consumo di materie prime, proponendo di individuare nell’aumento del 30% di tale produttività entro il 2030 un possibile obiettivo principale da inserire nella prossima revisione della strategia Europa 2020.
La Commissione ha inoltre delineato le misure per avviare la transizione verso la green economy e la creazione di green jobs. ll potenziale occupazionale legato alla produzione di energia da fonti rinnovabili, all’efficienza energetica, ai rifiuti, alle risorse idriche, alla qualità dell’aria, al ripristino e la conservazione della biodiversità e allo sviluppo di infrastrutture verdi potrà essere, secondo la Commissione, significativo.
E i numeri sono dalla parte di questa strategia: tra il 2007 e il 2011, gli anni della crisi, i lavori verdi sono stati gli unici a crescere, con una percentuale di ben il 20%. In questa giornata dedicata alla green economy, la Commissione ha infine adottato anche una comunicazione dal titolo “Piano d’azione verde per le PMI: aiutare le PMI a trasformare le sfide ambientali in opportunità di business“.
Il piano d’azione illustra una serie di iniziative, proposte a livello europeo per aiutare le PMI a sfruttare le opportunità offerte dal passaggio a un’economia verde.
Redazione Econews