Conservazione della biodiversità, mitigazione del cambiamento climatico, ma anche economia forestale e difesa del suolo.
Se n’è parlato durante il primo Forum nazionale sulle foreste italiane organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dal CREA(Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). Una giornata di lavoro definita dal Pefc, ente certificatore della gestione sostenibile delle foreste, “storica, per il fatto che tutti i rappresentanti degli stakeholder del mondo forestale italiano erano rappresentati”.
Una giornata che è servita a comprendere e approfondire il valore e il ruolo strategico delle foreste in Italia. Ad oggi boschi e foreste coprono un terzo del territorio italiano, coinvolgendo circa 80.000 imprese.Un settore che si trova in seconda posizione nell’industria manifatturiera nazionale. Nonostante questo: “L’Italia importa più dei due terzi del proprio fabbisogno di materia prima legnosa, rimanendo tra gli ultimi paesi d’Europa per il tasso di utilizzazione annuo del proprio patrimonio (circa il 30 per cento rispetto ad una media europea del 60 per cento)”, scrive Legambiente.
Non solo, le foreste sono il baluardo contro l’erosione del suolo e i cambiamenti climatici, grazie all’assorbimento annuale di circa 289 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, mentre allo stesso tempo mantengono e proteggono la biodiversità, una delle più alte al mondo.
“Per garantire un futuro ai nostri boschi occorre innanzitutto sviluppare una efficace politica nazionale di tutela e valorizzazione del patrimonio forestale che sia coordinata e di lungo termine, che rappresenti un chiaro indirizzo di riferimento per le politiche delle Regioni”, ha dichiarato la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni. “Bisogna valorizzare una gestione forestale sostenibile, capace di rilanciare lo sviluppo socio-economico delle popolazioni locali,soprattutto delle aree interne del nostro Paese, interessate per l’80 per cento da territori con copertura forestale”.
Per valorizzare ulteriormente l’intera filiera ci si dovrà focalizzare sulla defiscalizzazione dei prodotti di origine forestale (legno, legna da ardere, non legnosi) o ad esempio sulla remunerazione dei servizi ecosistemici forniti dalle aree interne forestali e montane da parte delle popolazioni a valle. “Valorizzare la risorsa forestale significa riconoscere un ruolo ambientale, paesaggistico, di tutela della biodiversità, di contrasto ai cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico, ma anche una rilevante valenza sociale ed economica sia per la filiera legno sia per le produzioni connesse”, ha dichiarato il Vice Ministro Andrea Olivero.
A conferma di tutto questo la stessa presidente di Legambiente sottolinea la necessità di “immaginare un vero e proprio progetto che valorizzi il patrimonio forestale pubblico, che interessa il 32,4 per cento delle proprietà forestali complessive, con cui stimolare anche la partecipazione dei privati. Un progetto da inserire in un quadro di gestione multifunzionale in grado di assicurare la tutela e la qualità delle risorse naturali legate al bosco, garantendone il ruolo sociale, economico e ambientale, coinvolgendo le comunità locali in una strategia di sostenibilità per il lungo periodo”. Le foreste italiane possono e dovranno avere un ruolo fondamentale nel futuro del nostro Paese, sia esso economico che di protezione dell’ambiente.
28/12/2016
Rudi Bressa