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Start-up, investire nel cambiamento per ridare ossigeno all’economia

Nuove idee si fanno strada nel panorama italiano nonostante le criticità del momento Le sfide del futuro sono sempre più ardue, soprattutto in un Paese dove il costo del lavoro è elevatissimo e l’imposizione fiscale ha raggiunto una pressione ormai insostenibile. Questo humus socio-economico non incoraggia certo le prospettive di sviluppo, divenendo il deterrente che suggella immobilismo e stasi.

La mancanza di fiducia nelle opportunità di crescita determina, nel lungo periodo, una involuzione depressiva che sortisce effetti devastanti in primo luogo sui giovani, i quali, loro malgrado, cercano fortuna oltre confine, laddove il merito ha un peso oggettivo, ove si premia l’intrapresa e si sostiene la voglia di fare. Malgrado queste premesse non siano di certo edificanti, purtroppo dettate da una pedissequa constatazione dello status quo, lo spirito di iniziativa e innovazione sembra essere ancora vivo in Italia.

C’è chi non si dà per vinto e intende comunque mettersi in gioco, puntando alle nuove frontiere di un’economia smart. Non si può, del resto, superare una crisi epocale come l’attuale continuando a sostenere settori surclassati e logiche di sviluppo antidiluviane. Serve piuttosto potenziare ambiti tecnologici e sostenibili che siano da traino anche per le altre aree di produzione.

Il villaggio globale degli scambi può essere partecipato e vissuto con attivismo solo usando gli strumenti di una “economy up”, con il coraggio resiliente di chi vuole cavalcare il cambiamento da protagonista, non lasciandosi travolgere dagli eventi.

Le start-up sono la giusta risposta a tali mutamenti e, anche in Italia, iniziano a ritagliarsi spazi interessanti. Le idee positive, credibili, costruttive si stanno affermando in particolare nei settori della hi technology e della green evolution, che rappresentano le nuove soluzioni per approcciare il futuro.

Le grandi aziende stanno iniziando a investire in questa direzione. È il caso di Enel, colosso energetico nazionale, che attraverso Enel Lab ha stanziato circa 15 milioni di euro da qui al 2015 a sostegno di idee imprenditoriali dedicate alla clean tech. Anche altre realtà private e pubbliche si adoprano a costituire incubatori per favorire la nascita e l’affermazione di progetti vincenti, in sinergia con la ricerca.

Sembra, dunque, che ci siano ancora le premesse per credere in una ripresa innovativa dell’economia ma è necessaria una convergenza consapevole di tutte le forze in campo, affinché queste eccellenze creative e manageriali non restino casi isolati ma si propaghino prepotentemente negli scenari produttivi. Bisogna crederci fortemente con il fine di “startizzare” un intero sistema, troppo spesso conservativo e “xenofobo”, poco reattivo all’accoglienza della modernità.

C’è tempo fino al 30 ottobre per inviare la propria adesione alla quinta edizione della “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti”, che si terrà dal 16 al 24 novembre 2013. Obiettivo ambizioso, ma possibile, è quello di battere il record del 2012, quando solamente in Italia furono approvate ben 5261 azioni, e il nostro paese fu il migliore dei 27 stati aderenti.

Partecipare alla Settimana è semplicissimo: basta scaricare la scheda d’adesione all’edizione italiana della SERR 2013 dal sito www.menorifiuti. org e compilarla con l’azione che si desidera realizzare dal 16 al 24 novembre prossimi inviandola a serr@assaica. org entro il 30 ottobre 2013.

Molte sono le iniziative di quest’anno: è possibile partecipare come semplici cittadini, con azioni di riciclo (da abbinare ad una di riduzione e/o riuso) e con azioni di pulizia di luoghi abbandonati a loro stessi, inoltre, novità assoluta di questa edizione sono le giornate tematiche: ogni anno, a partire dal 2013, i project developer che lo desiderano potranno organizzare un’azione legata all’argomento della giornata tematica, che per il 2013 è la riparazione e il riuso.

La segreteria organizzativa metterà a disposizione delle schede con dei consigli su quali attività, legate al tema scelto, sarà possibile organizzare. Le candidature saranno valutate dal comitato promotore nazionale, composto dal Ministero dell’Ambiente, Federambiente, Rifiuti 21 Network, Provincia di Torino, Provincia di Roma, Legambiente, AICA, E.R.I.C.A. Soc. Coop., Eco dalle Città. Quelle idonee riceveranno la denominazione ufficiale di “”Azione per la settimana europea per la riduzione dei rifiuti””, il kit comunicativo della campagna e la possibilità di utilizzare il logo europeo della Settimana.

Simonetta Badini

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